Nella pratica clinica e psicogiuridica relativa alla valutazione ed all’intervento in situazioni di separazione e divorzio altamente conflittuali è sempre più frequente incontrare situazioni nelle quali un figlio manifesta un attivo rifiuto nei confronti di un genitore, fino al determinarsi di una completa e prolungata interruzione di ogni frequentazione. E sempre con maggiore frequenza tali situazioni vengono identificate da parte degli operatori psicosociali e giudiziari con la “Sindrome di Alienazione Genitoriale” (o PAS) proposta da Gardner (1992, 1998). Nella letteratura specialistica, come è noto, la proposta di Gardner è assai dibattuta e non di rado contestata, sia in ordine agli aspetti eziologici e all’affidabilità dei criteri identificatori (Bruch, 2001; Warshak, 2002), sia addirittura rispetto alla validità del costrutto proposto ed alla sua utilizzabilità psicodiagnostica (Kelly & Johnston, 2001; O’Leary & Moerk, 1999). Nel contributo proposto verrà discussa l’adeguatezza e l’utilizzabilità clinica dell’ipotesi diagnostica proposta da Gardner rispetto alla prospettiva relazionale che identifica l’alienazione genitoriale come esito di triangolazioni familiari gravemente disfunzionali, a partire dall’illustrazione di alcuni casi clinici incontrati all’interno di procedure di Child Custody Evaluation.
Gennari, M. L., Tamanza, G., La diagnosi e il trattamento di situazioni di alienazione parentale all’interno di consulenze tecniche, Abstract de <<Congresso Nazionale Associazione Italiana di Psicologia, Sezione Clinica e Dinamica.>>, (Pisa, 19-21 September 2014 ), Pisa, University press, Pisa 2014: 89-90 [http://hdl.handle.net/10807/64272]
La diagnosi e il trattamento di situazioni di alienazione parentale all’interno di consulenze tecniche
Gennari, Maria Luisa;Tamanza, Giancarlo
2014
Abstract
Nella pratica clinica e psicogiuridica relativa alla valutazione ed all’intervento in situazioni di separazione e divorzio altamente conflittuali è sempre più frequente incontrare situazioni nelle quali un figlio manifesta un attivo rifiuto nei confronti di un genitore, fino al determinarsi di una completa e prolungata interruzione di ogni frequentazione. E sempre con maggiore frequenza tali situazioni vengono identificate da parte degli operatori psicosociali e giudiziari con la “Sindrome di Alienazione Genitoriale” (o PAS) proposta da Gardner (1992, 1998). Nella letteratura specialistica, come è noto, la proposta di Gardner è assai dibattuta e non di rado contestata, sia in ordine agli aspetti eziologici e all’affidabilità dei criteri identificatori (Bruch, 2001; Warshak, 2002), sia addirittura rispetto alla validità del costrutto proposto ed alla sua utilizzabilità psicodiagnostica (Kelly & Johnston, 2001; O’Leary & Moerk, 1999). Nel contributo proposto verrà discussa l’adeguatezza e l’utilizzabilità clinica dell’ipotesi diagnostica proposta da Gardner rispetto alla prospettiva relazionale che identifica l’alienazione genitoriale come esito di triangolazioni familiari gravemente disfunzionali, a partire dall’illustrazione di alcuni casi clinici incontrati all’interno di procedure di Child Custody Evaluation.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.