Il libro, organizzato su quattro capitoli, presenta un’analisi della (s)cortesia da un duplice punto di vista, culturale e traduttivo. Nel primo capitolo Bruti si focalizza su studi preesistenti relativi alla cortesia. Se a partire dagli anni Settanta circa, gli studi sulla stessa avevano una prospettiva soprattutto pragmatica ed erano fortemente anglocentrici, oggi si cerca di ampliare l’analisi prendendo in considerazione più lingue e utilizzando un approccio multidisciplinare. Come Bruti ribadisce più volte, per analizzare la cortesia, che spesso parlanti di culture diverse creano e percepiscono in modi differenti, non si può prescindere dal contesto situazionale in cui questa viene prodotta e ciò risulta tanto più vero nel momento in cui bisogna tradurre la stessa nel testo audiovisivo, dove coesistono più forme espressive e sussistono vincoli di varia natura. Nei successivi tre capitoli Bruti prende in considerazioni esempi tratti dal Pavia Corpus of Film Dialogue e si concentra sulla creazione e la traduzione rispettivamente di complimenti, insulti e forme allocutive, quest’ultime particolarmente insidiose nella traduzione dall’inglese all’italiano. Se studi sulla creazione dei complimenti nella lingua inglese rilevano dei tratti discorsivi ricorrenti, non è sempre possibile fare delle generalizzazioni di questo tipo sulla creazione degli insulti, per i quali emerge una certa creatività. Per quanto riguarda il testo tradotto (doppiato e/o sottotitolato) in italiano spesso si interviene semplificando, attenuando o addirittura eliminando l’insulto o il complimento.
Anelli, L., S. Bruti, La cortesia. Aspetti culturali e problemi traduttivi, Pisa University Press, Pisa, 2013, 131 pp., recensione a "Bruti, Silvia, La cortesia. Aspetti culturali e problemi traduttivi Pisa University Press, Pisa 2013", <<L'ANALISI LINGUISTICA E LETTERARIA>>, 2013; (2):137-343 [http://hdl.handle.net/10807/61886]
S. Bruti, La cortesia. Aspetti culturali e problemi traduttivi, Pisa University Press, Pisa, 2013, 131 pp.
Anelli, Laura
2013
Abstract
Il libro, organizzato su quattro capitoli, presenta un’analisi della (s)cortesia da un duplice punto di vista, culturale e traduttivo. Nel primo capitolo Bruti si focalizza su studi preesistenti relativi alla cortesia. Se a partire dagli anni Settanta circa, gli studi sulla stessa avevano una prospettiva soprattutto pragmatica ed erano fortemente anglocentrici, oggi si cerca di ampliare l’analisi prendendo in considerazione più lingue e utilizzando un approccio multidisciplinare. Come Bruti ribadisce più volte, per analizzare la cortesia, che spesso parlanti di culture diverse creano e percepiscono in modi differenti, non si può prescindere dal contesto situazionale in cui questa viene prodotta e ciò risulta tanto più vero nel momento in cui bisogna tradurre la stessa nel testo audiovisivo, dove coesistono più forme espressive e sussistono vincoli di varia natura. Nei successivi tre capitoli Bruti prende in considerazioni esempi tratti dal Pavia Corpus of Film Dialogue e si concentra sulla creazione e la traduzione rispettivamente di complimenti, insulti e forme allocutive, quest’ultime particolarmente insidiose nella traduzione dall’inglese all’italiano. Se studi sulla creazione dei complimenti nella lingua inglese rilevano dei tratti discorsivi ricorrenti, non è sempre possibile fare delle generalizzazioni di questo tipo sulla creazione degli insulti, per i quali emerge una certa creatività. Per quanto riguarda il testo tradotto (doppiato e/o sottotitolato) in italiano spesso si interviene semplificando, attenuando o addirittura eliminando l’insulto o il complimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.