Il ruolo della struttura morfologica delle parole è stato dimostrato in molte ricerche, ma è ancora aperto il dibattito sul livello di elaborazione (ortografico, lessicale, semantico) implicato nel parsing morfemico. In italiano, indicazioni in merito possono venire dall’utilizzo di forme alterate, per l’elevata produttività e consistenza dei suffissi valutativi. Trentadue bambini con dislessia e 64 bambini di controllo, pareggiati per genere, età cronologica (m = 134 mesi) e sviluppo cognitivo, hanno svolto un compito di lettura di parole alterate semanticamente trasparenti (es. librone) e opache (es. lampadina), e di parole pseudoalterate scomponibili e non scomponibili in radice + suffisso (es. mattone, carbone). I dati indicano che i bambini con dislessia sono avvantaggiati dalla possibilità di trovare nello stimolo una radice reale, mentre i bambini del gruppo di controllo si avvalgono non solo della radice, ma anche della parola intera e leggono più rapidamente le parole alterate rispetto a quelle pseudoalterate.
Traficante, D., Marelli, M., Luzzatti, C., Morfologia e apprendimento della lettura tipico e atipico: un confronto tra parole alterate e pseudo alterate, Comunicazione, in XXI CONGRESSO NAZIONALE AIRIPA I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO, (Bari, 12-13 October 2012), Giunti O.S., Firenze 2012: 17-17 [http://hdl.handle.net/10807/61752]
Morfologia e apprendimento della lettura tipico e atipico: un confronto tra parole alterate e pseudo alterate
Traficante, Daniela;
2012
Abstract
Il ruolo della struttura morfologica delle parole è stato dimostrato in molte ricerche, ma è ancora aperto il dibattito sul livello di elaborazione (ortografico, lessicale, semantico) implicato nel parsing morfemico. In italiano, indicazioni in merito possono venire dall’utilizzo di forme alterate, per l’elevata produttività e consistenza dei suffissi valutativi. Trentadue bambini con dislessia e 64 bambini di controllo, pareggiati per genere, età cronologica (m = 134 mesi) e sviluppo cognitivo, hanno svolto un compito di lettura di parole alterate semanticamente trasparenti (es. librone) e opache (es. lampadina), e di parole pseudoalterate scomponibili e non scomponibili in radice + suffisso (es. mattone, carbone). I dati indicano che i bambini con dislessia sono avvantaggiati dalla possibilità di trovare nello stimolo una radice reale, mentre i bambini del gruppo di controllo si avvalgono non solo della radice, ma anche della parola intera e leggono più rapidamente le parole alterate rispetto a quelle pseudoalterate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.