Quando si apre The Stone Gods la fuga sembra l'unica alternativa possibile per sopravvivere a un pianeta, incredibilmente somigliante al nostro, che sta per scomparire. Ci vediamo proiettati in un futuro probabile, che ci somiglia, seppure in brutto, nel quale la fuga verso un mondo nuovo, Planet Blue, carico di promesse e potenzialità come tutti i luoghi nuovi e incontaminati, è l’unica speranza. Questa fuga si rivelerà però inutile, perché la nuova meta, la nuova speranza, si scoprirà essere semplicemente il nostro presente, il Pianeta Terra, che alla fine del romanzo è già tanto malridotto da lasciare ancora una volta la fuga come unica alternativa. La Winterson dice chiaramente, all’interno del libro, che il romanzo tratta di un "repeating world" mentre in un’intervista lo definirà un romanzo “about repeating worlds and repeating mistakes”, e l’accusa sembra esplicita: l'umanità ha sempre scelto la fuga per non affrontare i propri errori e così non ha fatto altro che ripetere i mondi e i propri errori. Si cercherà inoltre di mostrare come la fuga sia un concetto ampliamente indagato nel romanzo della Winterson, in diverse forme: come fuga dalla società, dalla "normalità" socialmente accettata, dalle gabbie culturali e non ultimo da un pianeta in estinzione.

Bolchi, E., Fuga verso il presente. Un'analisi delle fughe in "The Stone Gods" di Jeanette Winterson., <<L'ANALISI LINGUISTICA E LETTERARIA>>, 2014; XXII (1-2): 137-144 [http://hdl.handle.net/10807/61189]

Fuga verso il presente. Un'analisi delle fughe in "The Stone Gods" di Jeanette Winterson.

Bolchi, Elisa
2014

Abstract

Quando si apre The Stone Gods la fuga sembra l'unica alternativa possibile per sopravvivere a un pianeta, incredibilmente somigliante al nostro, che sta per scomparire. Ci vediamo proiettati in un futuro probabile, che ci somiglia, seppure in brutto, nel quale la fuga verso un mondo nuovo, Planet Blue, carico di promesse e potenzialità come tutti i luoghi nuovi e incontaminati, è l’unica speranza. Questa fuga si rivelerà però inutile, perché la nuova meta, la nuova speranza, si scoprirà essere semplicemente il nostro presente, il Pianeta Terra, che alla fine del romanzo è già tanto malridotto da lasciare ancora una volta la fuga come unica alternativa. La Winterson dice chiaramente, all’interno del libro, che il romanzo tratta di un "repeating world" mentre in un’intervista lo definirà un romanzo “about repeating worlds and repeating mistakes”, e l’accusa sembra esplicita: l'umanità ha sempre scelto la fuga per non affrontare i propri errori e così non ha fatto altro che ripetere i mondi e i propri errori. Si cercherà inoltre di mostrare come la fuga sia un concetto ampliamente indagato nel romanzo della Winterson, in diverse forme: come fuga dalla società, dalla "normalità" socialmente accettata, dalle gabbie culturali e non ultimo da un pianeta in estinzione.
2014
Italiano
Bolchi, E., Fuga verso il presente. Un'analisi delle fughe in "The Stone Gods" di Jeanette Winterson., <<L'ANALISI LINGUISTICA E LETTERARIA>>, 2014; XXII (1-2): 137-144 [http://hdl.handle.net/10807/61189]
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