Il movimento è un elemento vitale per l’uomo di tutte le età. Il bambino, se sano, si muove ed è continuamente attivo e con l’attività ludico-motoria si impadronisce gradualmente del mondo che lo circonda. Impara a conoscere gli oggetti nello spazio (afferrandoli, toccandoli, manipolandoli, esaminandoli attraverso i sensi, in particolare la vista e il tatto ) ed a differenziarli sempre di più secondo le loro caratteristiche (forme, modalità d’uso, rapporti nello spazio). Con la conoscenza e la presa di coscienza delle informazioni sensoriali il bambino si costruisce gradualmente un mondo senso-percettivo prima e concettuale poi. Tutto ciò che avviene nell’uomo è motorio, o frutto di una contrazione muscolare. Se volessimo parlare di sviluppo motorio in modo completo dovremmo prendere in considerazione le posture, gli schemi posturali e dinamici, il linguaggio e tutte le prassie della vita di relazione. Il percorso di evoluzione di questo “ saper fare” segue, al pari delle altre aree – cognitiva , sociale ed affettivo-morale – lo sviluppo ontogenetico che è quel percorso a tappe che caratterizza l’evoluzione di ogni singolo individuo. Tale percorso viene influenzato in parte dai fattori ereditari ed in parte dall’ambiente ( fisico e sociale) Il vissuto corporeo (che comprende tutte le esperienze senso-motorie effettuate con il proprio corpo) diventa il presupposto e la base dalla quale nascono e si sviluppano le procedure di simbolizzazione e di astrazione. Il pensiero nasce dalla motricità e dalla memoria motoria ( memoria procedurale o LTM ). Gli studi di auxologia danno un contributo rilevante per interpretare la motricità nella seconda infanzia. Dal punto di vista morfologico sia per i maschi che per le femmine il periodo 3-6 anni è , nella media, un periodo di turgor o di stasi fino al termine del terzo anno ed un periodo di proceritas a partire dal quarto. Questo incremento staturale non è però eccessivo o intenso come quello che avviene nella proceritas secunda al punto che nei grafici che evidenziano la velocità di crescita staturale tale cambiamento non si osserva. Le linee principali dello sviluppo motorio dal terzo al quinto anno di vita denotano un notevole perfezionamento delle forme di movimento e dell'acquisizione dei primi movimenti combinati. Questa evoluzione si evidenzia soprattutto in tre direzioni: o come rapido incremento quantitativo dei risultati dell’azione ( efficacia ) o come miglioramento qualitativo (minor fatica e risparmio energetico) o crescita delle possibilità di variazioni delle singole forme di movimento Il perfezionamento delle forme di attività si nota nel fatto che ora gran parte di queste, che prima avvenivano in forma isolata, danno luogo a movimenti combinati. Evidenti forme di combinazioni di movimenti sono: tirare a se, spingere e portare camminando, correre o camminare facendo rimbalzare, lanciare in alto e riprendere una palla; correre, saltare e camminare alternativamente; camminare e correre salendo, arrampicandosi, stando in equilibrio, saltando oppure lanciando ecc.... Tale propensione alla combinazione che porta ad un rilevante arricchimento del “patrimonio motorio” è particolarmente evidente nei bambini che effettuano una attività motoria costante ed abitudinaria. Confrontando il livello di abilità dei bambini di cinque anni, con quelle dei bambini di tre anni, si osservano differenze rilevanti. Evidenti sono i progressi che avvengono nell’arco di questi tre anni : nelle rapidità, nella capacità di equilibrio ed in quella di regolazione, adattamento e trasformazione dei movimenti. Anche nell'anticipazione e nella capacità di combinazione ci sono differenze notevoli tra l'inizio e al fine dell'età prescolare. Nella media i bambini di tre anni presentano particolarità esecutive tipiche dei bambini dell'età precedente e variazioni notevoli si possono stabilire solo tra i quattro e i cinque anni: in questo periodo i movimenti infantili diventano visibilmente più rapidi, più energici e più ampi nella loro estensione spaziale. Di tali movimenti migliorano la struttura generale, il ritmo, l'accoppiamento e la armonicità. Una influenza particolare nello sviluppo delle abilità motorie viene determinata dal processo di socializzazione e con questo dal mutamento della posizione sociale propria del bambino non più al centro dell’attenzione ( contesto familiare) ma in situazione di attenzione condivisa ( contesto extra-familiare). Ne deriva una forte opportunità di sviluppo della capacità intellettiva, stimolata e sollecitata da nuove esperienze, nuovi contatti e dal confronto con gli altri coetanei ed adulti di ambito extra-familiare. L’uscita dal contesto familiare stimola lo sviluppo del linguaggio la cui influenza sull'apprendimento motorio aumenta in modo sempre crescente in questa età. Rispetto ai bambini della prima infanzia verso il quarto-quinto anno di vita diminuisce gradualmente la tendenza a cambiare frequentemente l'attività di gioco e compare la tendenza a mantenere per tempi via via più lunghi i propri interessi. I bambini più grandi possono dedicarsi con assiduità sempre crescente ad una determinate attività ludica. Si impegnano nei loro giochi con serietà e passione e non si arrendono facilmente quando questi pongono loro difficoltà. Questo atteggiamento verso il compito è molto importante per la capacità di educare il bambino a scuola. In relazione alla successiva scolarizzazione è addirittura un criterio per giudicare che un bambino è pronto per affrontare la scuola elementare.
Casolo, F., Lo sviluppo motorio nel bambino dai 3 ai 6 anni, Abstract de <<Lo sviluppo motorio del bambino nella scuola dell'infanzia>>, (Milano, 24-24 January 2007 ), IRRE LOMBARDIA, Milano 2007: 34-45 [https://hdl.handle.net/10807/319659]
Lo sviluppo motorio nel bambino dai 3 ai 6 anni
Casolo, Francesco
2007
Abstract
Il movimento è un elemento vitale per l’uomo di tutte le età. Il bambino, se sano, si muove ed è continuamente attivo e con l’attività ludico-motoria si impadronisce gradualmente del mondo che lo circonda. Impara a conoscere gli oggetti nello spazio (afferrandoli, toccandoli, manipolandoli, esaminandoli attraverso i sensi, in particolare la vista e il tatto ) ed a differenziarli sempre di più secondo le loro caratteristiche (forme, modalità d’uso, rapporti nello spazio). Con la conoscenza e la presa di coscienza delle informazioni sensoriali il bambino si costruisce gradualmente un mondo senso-percettivo prima e concettuale poi. Tutto ciò che avviene nell’uomo è motorio, o frutto di una contrazione muscolare. Se volessimo parlare di sviluppo motorio in modo completo dovremmo prendere in considerazione le posture, gli schemi posturali e dinamici, il linguaggio e tutte le prassie della vita di relazione. Il percorso di evoluzione di questo “ saper fare” segue, al pari delle altre aree – cognitiva , sociale ed affettivo-morale – lo sviluppo ontogenetico che è quel percorso a tappe che caratterizza l’evoluzione di ogni singolo individuo. Tale percorso viene influenzato in parte dai fattori ereditari ed in parte dall’ambiente ( fisico e sociale) Il vissuto corporeo (che comprende tutte le esperienze senso-motorie effettuate con il proprio corpo) diventa il presupposto e la base dalla quale nascono e si sviluppano le procedure di simbolizzazione e di astrazione. Il pensiero nasce dalla motricità e dalla memoria motoria ( memoria procedurale o LTM ). Gli studi di auxologia danno un contributo rilevante per interpretare la motricità nella seconda infanzia. Dal punto di vista morfologico sia per i maschi che per le femmine il periodo 3-6 anni è , nella media, un periodo di turgor o di stasi fino al termine del terzo anno ed un periodo di proceritas a partire dal quarto. Questo incremento staturale non è però eccessivo o intenso come quello che avviene nella proceritas secunda al punto che nei grafici che evidenziano la velocità di crescita staturale tale cambiamento non si osserva. Le linee principali dello sviluppo motorio dal terzo al quinto anno di vita denotano un notevole perfezionamento delle forme di movimento e dell'acquisizione dei primi movimenti combinati. Questa evoluzione si evidenzia soprattutto in tre direzioni: o come rapido incremento quantitativo dei risultati dell’azione ( efficacia ) o come miglioramento qualitativo (minor fatica e risparmio energetico) o crescita delle possibilità di variazioni delle singole forme di movimento Il perfezionamento delle forme di attività si nota nel fatto che ora gran parte di queste, che prima avvenivano in forma isolata, danno luogo a movimenti combinati. Evidenti forme di combinazioni di movimenti sono: tirare a se, spingere e portare camminando, correre o camminare facendo rimbalzare, lanciare in alto e riprendere una palla; correre, saltare e camminare alternativamente; camminare e correre salendo, arrampicandosi, stando in equilibrio, saltando oppure lanciando ecc.... Tale propensione alla combinazione che porta ad un rilevante arricchimento del “patrimonio motorio” è particolarmente evidente nei bambini che effettuano una attività motoria costante ed abitudinaria. Confrontando il livello di abilità dei bambini di cinque anni, con quelle dei bambini di tre anni, si osservano differenze rilevanti. Evidenti sono i progressi che avvengono nell’arco di questi tre anni : nelle rapidità, nella capacità di equilibrio ed in quella di regolazione, adattamento e trasformazione dei movimenti. Anche nell'anticipazione e nella capacità di combinazione ci sono differenze notevoli tra l'inizio e al fine dell'età prescolare. Nella media i bambini di tre anni presentano particolarità esecutive tipiche dei bambini dell'età precedente e variazioni notevoli si possono stabilire solo tra i quattro e i cinque anni: in questo periodo i movimenti infantili diventano visibilmente più rapidi, più energici e più ampi nella loro estensione spaziale. Di tali movimenti migliorano la struttura generale, il ritmo, l'accoppiamento e la armonicità. Una influenza particolare nello sviluppo delle abilità motorie viene determinata dal processo di socializzazione e con questo dal mutamento della posizione sociale propria del bambino non più al centro dell’attenzione ( contesto familiare) ma in situazione di attenzione condivisa ( contesto extra-familiare). Ne deriva una forte opportunità di sviluppo della capacità intellettiva, stimolata e sollecitata da nuove esperienze, nuovi contatti e dal confronto con gli altri coetanei ed adulti di ambito extra-familiare. L’uscita dal contesto familiare stimola lo sviluppo del linguaggio la cui influenza sull'apprendimento motorio aumenta in modo sempre crescente in questa età. Rispetto ai bambini della prima infanzia verso il quarto-quinto anno di vita diminuisce gradualmente la tendenza a cambiare frequentemente l'attività di gioco e compare la tendenza a mantenere per tempi via via più lunghi i propri interessi. I bambini più grandi possono dedicarsi con assiduità sempre crescente ad una determinate attività ludica. Si impegnano nei loro giochi con serietà e passione e non si arrendono facilmente quando questi pongono loro difficoltà. Questo atteggiamento verso il compito è molto importante per la capacità di educare il bambino a scuola. In relazione alla successiva scolarizzazione è addirittura un criterio per giudicare che un bambino è pronto per affrontare la scuola elementare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



