La questione delle competenze va oltre le prassi dell’insegnamento applicato al rendimento scolastico per estendersi al di là di una cultura pedagogica omologata alla certificazione strumentale delle conoscenze, capacità e attitudini. Essa implica la capacità di guardare ai contesti delle politiche educative in cui può configurarsi come un paradigma di elaborazione pedagogica della responsabilità educativa. In tal senso, la competenza può qualificarsi come ‘peda-gogica’ quando può integrare saperi e partecipazione, utile a delineare prospettive euristiche della ricerca, con e per le persone interessate a mettere in luce la ricchezza delle dimensioni assiologiche dei nostri valori costituzionali ed europei come quelli della cittadinanza e del bene comune. Il suo approssimarsi a territori e luoghi ancora ine-splorati, rende la competenza un costrutto di frontiera del post-moderno, che non si traduce mai in un significato di possesso, ma di sviluppo nell’ottica di una prossimità esistenziale, calibrata su futuri possibili. Il presente contri-buto, prende le mosse da una pedagogia critica nei confronti di un futuro epistemico della competenza, riprendendo l’idea del cammino del pellegrino, per usare un’immagine metaforica, come di colui che non solo intraprende il viaggio per giungere al luogo del suo senso, ma anche, cosa rara e preziosa, per entrare in relazione ed in prossimità esistenziale con le cose e le persone in carne e ossa, preludio di una vera e propria esperienza di mutamento e di maturazione di una coscienza responsabile. Si tratta di un cammino che, nella prospettiva del capability approach, si colloca sul piano dell’analisi dei bisogni educativi delle fragilità sociali, delle disuguaglianze e delle povertà, ri-chiamando allo sforzo e all’impegno pedagogico di allontanarsi dalle visioni dominanti della storia (individualismo, antropocentrismo deviato, utilitarismo, consumismo esasperato) per costruire una nuova comprensione degli eventi storici, personali, professionali e sociali che fanno capo ai diritti umani fondati sui principi di giustizia, di equità, di uguaglianza, di un’etica non del giudizio ma della comprensione amorevole della dignità umana.
Gargiulo Labriola, A., Educare alla competenza pedagogica, oggi, <<FORMAZIONE & INSEGNAMENTO>>, 2025; 2023 (1): 29-34. [doi:10.7346/-fei-XXIII-01-25_05] [https://hdl.handle.net/10807/316658]
Educare alla competenza pedagogica, oggi
Gargiulo Labriola, Alessandra
2025
Abstract
La questione delle competenze va oltre le prassi dell’insegnamento applicato al rendimento scolastico per estendersi al di là di una cultura pedagogica omologata alla certificazione strumentale delle conoscenze, capacità e attitudini. Essa implica la capacità di guardare ai contesti delle politiche educative in cui può configurarsi come un paradigma di elaborazione pedagogica della responsabilità educativa. In tal senso, la competenza può qualificarsi come ‘peda-gogica’ quando può integrare saperi e partecipazione, utile a delineare prospettive euristiche della ricerca, con e per le persone interessate a mettere in luce la ricchezza delle dimensioni assiologiche dei nostri valori costituzionali ed europei come quelli della cittadinanza e del bene comune. Il suo approssimarsi a territori e luoghi ancora ine-splorati, rende la competenza un costrutto di frontiera del post-moderno, che non si traduce mai in un significato di possesso, ma di sviluppo nell’ottica di una prossimità esistenziale, calibrata su futuri possibili. Il presente contri-buto, prende le mosse da una pedagogia critica nei confronti di un futuro epistemico della competenza, riprendendo l’idea del cammino del pellegrino, per usare un’immagine metaforica, come di colui che non solo intraprende il viaggio per giungere al luogo del suo senso, ma anche, cosa rara e preziosa, per entrare in relazione ed in prossimità esistenziale con le cose e le persone in carne e ossa, preludio di una vera e propria esperienza di mutamento e di maturazione di una coscienza responsabile. Si tratta di un cammino che, nella prospettiva del capability approach, si colloca sul piano dell’analisi dei bisogni educativi delle fragilità sociali, delle disuguaglianze e delle povertà, ri-chiamando allo sforzo e all’impegno pedagogico di allontanarsi dalle visioni dominanti della storia (individualismo, antropocentrismo deviato, utilitarismo, consumismo esasperato) per costruire una nuova comprensione degli eventi storici, personali, professionali e sociali che fanno capo ai diritti umani fondati sui principi di giustizia, di equità, di uguaglianza, di un’etica non del giudizio ma della comprensione amorevole della dignità umana.| File | Dimensione | Formato | |
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