The shifting landscape of kinesiology in Italy: A call for epistemological re-evaluation and curricular reform

The paper examines the challenges hindering the development and professionalization of kinesiology (Sport and Exercise Sciences) in Italy, focusing on legislative inconsistencies, curricular variability, and a biomedical research bias. Through mixed-methods analysis of legislative documents, academic curricula, and research outputs, the study analyse significant disparities in ECTS credit distribution across Italian degree programs (L-22, LM-67, LM-68), leading to fragmented graduate competencies. Additionally, a dominant focus on biomedical research neglects critical areas like motor control, sport pedagogy, and inclusive exercise design, limiting interdisciplinary engagement. Comparative analysis highlights misalignment with international standards in education and research. The paper advocates for curricular standardization, broader epistemological integration of social and behavioural sciences, and structural reforms to foster interdisciplinary collaboration. By aligning with global frameworks and addressing institutional fragmentation, Italy can enhance kinesiology’s role in public health, athletic performance, and equitable access to physical activity.

Il contributo esamina le sfide che ostacolano lo sviluppo e la professionalizzazione della chinesiologia (Scienze motorie e dell’esercizio fisico) in Italia, concentrandosi su incoerenze legislative, variabilità curricolare e un orientamento predominante della ricerca verso l’ambito biomedico. Attraverso un’analisi con approccio misto di documenti legislativi, curricula accademici e produzioni scientifiche, lo studio mette in luce significative disparità nella distribuzione dei crediti formativi (CFU) all’interno dei corsi di laurea italiani (L-22, LM-67, LM-68), che determinano una frammentazione delle competenze dei laureati. Inoltre, l’enfasi dominante sulla ricerca biomedica trascura ambiti cruciali come il controllo motorio, la pedagogia dello sport e la progettazione inclusiva dell’esercizio fisico, limitando il potenziale di integrazione interdisciplinare. L’analisi comparativa evidenzia uno scollamento rispetto agli standard internazionali sia sul piano formativo che della ricerca. Il lavoro propone l’adozione di curricoli più standardizzati, un’integrazione epistemologica più ampia delle scienze sociali e comportamentali, nonché riforme strutturali volte a promuovere la collaborazione interdisciplinare. Allineandosi ai quadri di riferimento internazionali e affrontando la frammentazione istituzionale, l’Italia potrebbe rafforzare il ruolo della chinesiologia nella promozione della salute pubblica, nella performance sportiva e nell’accesso equo alla pratica motoria.