La tendenza sinestetica all'oltrepassamento degli statuti, così tipica del fenomeno dell'intermedialità, trovò negli anni '60 e '70 un proprio percorso privilegiato nella ricerca dell'incorporeità tipica dell'espressione musicale, perseguita tramite la smaterializzazione dell'oggetto artistico e la sua trasformazione in evento, processo, "ambientazione". Si assistette, così, a tutta una lunga serie di creazioni accomunate dall'utilizzo di un colore "diffuso", impalpabile, trattato quasi alla stregua del suono, in una combinazione di elementi visivi e uditivi che talora parve costituire la via contemporanea all'opera d'arte totale sognata dai Romantici.
Bolpagni, P., Se l'arte visiva è fatta di suono, <<TITOLO>>, 2009; 20 (61): 10-11 [http://hdl.handle.net/10807/31608]
Se l'arte visiva è fatta di suono
Bolpagni, Paolo
2009
Abstract
La tendenza sinestetica all'oltrepassamento degli statuti, così tipica del fenomeno dell'intermedialità, trovò negli anni '60 e '70 un proprio percorso privilegiato nella ricerca dell'incorporeità tipica dell'espressione musicale, perseguita tramite la smaterializzazione dell'oggetto artistico e la sua trasformazione in evento, processo, "ambientazione". Si assistette, così, a tutta una lunga serie di creazioni accomunate dall'utilizzo di un colore "diffuso", impalpabile, trattato quasi alla stregua del suono, in una combinazione di elementi visivi e uditivi che talora parve costituire la via contemporanea all'opera d'arte totale sognata dai Romantici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.