“Lo scrittore robot” di Luigi Malerba, pubblicato per la prima volta sul “Corriere della Sera” il 27 giugno 1982 e confluito in “Testa d’argento” (1988), modifica nei presupposti le questioni già emerse in “Ai poeti non si spara” (1965) e introduce un riferimento che lo mette in dialogo con “Il Versificatore” (1966) di Primo Levi. Il contributo si propone perciò di indagare in due direzioni. Da una parte, intende ricostruire la trama di citazioni che riconduce il testo di Malerba a quello di Levi, sulla scorta di una suggestione geografica: il Versificatore di Levi è prodotto dalla NATCA, fantomatica azienda statunitense con sede a “Fort Kiddiwanee, Oklahoma”; il computer di Malerba proviene da “una famosa ditta americana di Minneapolis, Minnesota”. Dall’altra parte, il saggio vuole mettere in evidenza come significativo il fatto che il recupero del tema combinatorio – a vent’anni di distanza rispetto agli esperimenti di Nanni Balestrini e alle riflessioni di Italo Calvino – si intrecci con la polemica verso la formula del “romanzo di qualità”: una formula resa nota dalle inchieste di Gian Carlo Ferretti in seguito raccolte in “Il best seller all’italiana” (1983) e intorno alla quale “Lo scrittore robot” sviluppa una struttura narrativa assecondando le “strategie del comico”.
Cavalli, S., Da Fort Kiddiwanee a Minneapolis: un Malerba combinatorio e “di qualità”, <<PAROLE RUBATE>>, 2024; XXV (29): 7-25 [https://hdl.handle.net/10807/314293]
Da Fort Kiddiwanee a Minneapolis: un Malerba combinatorio e “di qualità”
Cavalli, Silvia
2024
Abstract
“Lo scrittore robot” di Luigi Malerba, pubblicato per la prima volta sul “Corriere della Sera” il 27 giugno 1982 e confluito in “Testa d’argento” (1988), modifica nei presupposti le questioni già emerse in “Ai poeti non si spara” (1965) e introduce un riferimento che lo mette in dialogo con “Il Versificatore” (1966) di Primo Levi. Il contributo si propone perciò di indagare in due direzioni. Da una parte, intende ricostruire la trama di citazioni che riconduce il testo di Malerba a quello di Levi, sulla scorta di una suggestione geografica: il Versificatore di Levi è prodotto dalla NATCA, fantomatica azienda statunitense con sede a “Fort Kiddiwanee, Oklahoma”; il computer di Malerba proviene da “una famosa ditta americana di Minneapolis, Minnesota”. Dall’altra parte, il saggio vuole mettere in evidenza come significativo il fatto che il recupero del tema combinatorio – a vent’anni di distanza rispetto agli esperimenti di Nanni Balestrini e alle riflessioni di Italo Calvino – si intrecci con la polemica verso la formula del “romanzo di qualità”: una formula resa nota dalle inchieste di Gian Carlo Ferretti in seguito raccolte in “Il best seller all’italiana” (1983) e intorno alla quale “Lo scrittore robot” sviluppa una struttura narrativa assecondando le “strategie del comico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.