The school experience during the COVID-19 pandemic represented, beyond the rhetoric of accountability, a tangible opportunity to rediscover and reassert the deeper meaning of the educational community. In a suspended time, where traditional pedagogical and didactic frameworks were profoundly challenged, a dual urgency emerged with clarity: on one hand, to ensure feasible forms of educational continuity; on the other, to attend to the relational, emotional, and affective needs of students. Far from a purely transmissive model of teaching, teachers and educators were called to rethink their role as educational listeners, cultivating a form of proximity that could exist even at a distance. In this context, digital technologies were not merely tools for distance learning, but assumed a crucial role in building meaningful relationships and fostering inclusive learning environments capable of enhancing participation, dialogue, and student agency. The pandemic experience thus stands as a significant reflective threshold a transformative moment to reimagine the school as a space of care, shared responsibility, and authentic learning.
L’esperienza scolastica vissuta durante l’emergenza pandemica da COVID-19 ha rappresentato, al di là delle retoriche dell’accountability, una concreta opportunità per riscoprire e rilanciare il senso profondo della comunità educante. In un tempo sospeso, in cui le consuete coordinate didattiche e pedagogiche sono state radicalmente rimesse in discussione, si è imposta con forza una doppia urgenza: da un lato, garantire forme possibili di continuità educativa, dall’altro, prendersi cura dei bisogni relazionali, affettivi ed emotivi degli studenti. Lontani da una visione meramente trasmissiva dell’insegnamento, docenti ed educatori si sono trovati a ripensare la propria azione come ascolto educante, come prossimità possibile anche nella distanza. In questo scenario, le tecnologie digitali non si sono limitate a fungere da strumenti per la didattica a distanza, ma hanno assunto un ruolo cruciale nella costruzione di relazioni significative e nella promozione di ambienti di apprendimento inclusivi, capaci di valorizzare la partecipazione, il dialogo e il protagonismo di ciascuno. L’esperienza pandemica si configura dunque come una grande occasione riflessiva, nel senso più pieno del termine: una soglia trasformativa per ripensare la scuola come spazio di cura, corresponsabilità e apprendimento autentico.
Di Liberto, B., Prove tecniche di comunità educante, <<ESSERE A SCUOLA>>, 2020; (3): 35-37 [https://hdl.handle.net/10807/313435]
Prove tecniche di comunità educante
Di Liberto, Biagio
Primo
Writing – Review & Editing
2020
Abstract
L’esperienza scolastica vissuta durante l’emergenza pandemica da COVID-19 ha rappresentato, al di là delle retoriche dell’accountability, una concreta opportunità per riscoprire e rilanciare il senso profondo della comunità educante. In un tempo sospeso, in cui le consuete coordinate didattiche e pedagogiche sono state radicalmente rimesse in discussione, si è imposta con forza una doppia urgenza: da un lato, garantire forme possibili di continuità educativa, dall’altro, prendersi cura dei bisogni relazionali, affettivi ed emotivi degli studenti. Lontani da una visione meramente trasmissiva dell’insegnamento, docenti ed educatori si sono trovati a ripensare la propria azione come ascolto educante, come prossimità possibile anche nella distanza. In questo scenario, le tecnologie digitali non si sono limitate a fungere da strumenti per la didattica a distanza, ma hanno assunto un ruolo cruciale nella costruzione di relazioni significative e nella promozione di ambienti di apprendimento inclusivi, capaci di valorizzare la partecipazione, il dialogo e il protagonismo di ciascuno. L’esperienza pandemica si configura dunque come una grande occasione riflessiva, nel senso più pieno del termine: una soglia trasformativa per ripensare la scuola come spazio di cura, corresponsabilità e apprendimento autentico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.