A partire dalla tradizione biblica e spirituale, il viaggio è presentato non solo come un itinerario fisico, ma come un processo educativo e di crescita interiore, capace di orientare l’individuo verso la scoperta del sé, degli altri e del divino. Si evidenzia come il viaggio, in quanto esperienza dinamica e aperta al cambiamento, diventi un'occasione di formazione continua, dove la disponibilità a mettersi in cammino implica un'apertura alla riflessione, alla conversione e all'ascolto della propria vocazione. In questa prospettiva, il viaggio non è solo una metafora di trasformazione, ma è pedagogico, una prassi concreta che, sfidando le sicurezze personali, invita l'individuo a confrontarsi con il mistero della propria esistenza e con il progetto divino, in un contesto di speranza e fiducia.
Raccagni, D., Mettersi in viaggio. Implicazioni e riflessioni pedagogiche del partire, <<VOCAZIONI>>, 2025; XLII (2): 8-17 [https://hdl.handle.net/10807/311579]
Mettersi in viaggio. Implicazioni e riflessioni pedagogiche del partire
Raccagni, Dalila
2025
Abstract
A partire dalla tradizione biblica e spirituale, il viaggio è presentato non solo come un itinerario fisico, ma come un processo educativo e di crescita interiore, capace di orientare l’individuo verso la scoperta del sé, degli altri e del divino. Si evidenzia come il viaggio, in quanto esperienza dinamica e aperta al cambiamento, diventi un'occasione di formazione continua, dove la disponibilità a mettersi in cammino implica un'apertura alla riflessione, alla conversione e all'ascolto della propria vocazione. In questa prospettiva, il viaggio non è solo una metafora di trasformazione, ma è pedagogico, una prassi concreta che, sfidando le sicurezze personali, invita l'individuo a confrontarsi con il mistero della propria esistenza e con il progetto divino, in un contesto di speranza e fiducia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.