Circa vent’anni fa, infatti, la poetessa Alda Merini, in un articolo intitolato “Il mio presepe privato” si mostrava preoccupata dal rischio che “i bambini, tra televisione e futili regali” potessero diventare “i più grandi emarginati del nostro tempo”. Con queste parole la scrittrice voleva invitare tutti a trascorrere più tempo insieme, a donarsi, a braccia aperte. Ecco il regalo che fa la differenza: stare in “compagnia”. Quest’ultima parola originariamente significava “condividere il pane”, ovvero offrire un po' di sé stessi. Quindi non lasciare mai nessuno da solo è la grande sfida che ci attende.
Maggiolini, S., Zanfroni, E., Meo, D., Accogliersi a braccia aperte che gran regalo l'amicizia (rubrica "Nessuno escluso"), <<AVVENIRE>>, 2023-12-14 [https://hdl.handle.net/10807/301697]
Accogliersi a braccia aperte che gran regalo l'amicizia (rubrica "Nessuno escluso")
Maggiolini, Silvia
Primo
;Zanfroni, ElenaSecondo
;Meo, DamianoUltimo
2023
Abstract
Circa vent’anni fa, infatti, la poetessa Alda Merini, in un articolo intitolato “Il mio presepe privato” si mostrava preoccupata dal rischio che “i bambini, tra televisione e futili regali” potessero diventare “i più grandi emarginati del nostro tempo”. Con queste parole la scrittrice voleva invitare tutti a trascorrere più tempo insieme, a donarsi, a braccia aperte. Ecco il regalo che fa la differenza: stare in “compagnia”. Quest’ultima parola originariamente significava “condividere il pane”, ovvero offrire un po' di sé stessi. Quindi non lasciare mai nessuno da solo è la grande sfida che ci attende.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.