“Siamo nell'era planetaria: un'avventura comune travolge gli umani […]: devono riconoscersi nella loro comune umanità, e nello stesso tempo devono riconoscere la loro diversità, individuale e culturale” (Morin, 2001, p. 47). Educare alla transizione ecologica avversando le ineguaglianze richiede oggi alla pedagogia di assumere il principio di unità-diversità quale prospettiva critica di azione e di ricerca in tutti i campi. Le sfide dell’inclusione e della coesione, dettate da una transizione ecologica e giusta, dipenderanno anche dalla valorizzazione delle differenze e dall’attivazione del potenziale femminile. In questa luce il contributo assume le realtà organizzative, siano esse profit, no-profit o pubbliche amministrazioni, quali luoghi emblematici per l’educabilità umana. Luoghi non formali dell’educazione in cui superare gli stereotipi e le disuguaglianze, in particolare di genere, in funzione di un’autentica cultura dell’inclusione quale potenziale da sviluppare, che garantisca da un lato un vantaggio per le organizzazioni e dall’altro posti di lavoro giusti e soddisfacenti, volti al pieno compimento umano e che mettano al centro la persona. La costruzione autentica di una società inclusiva passa anche dal riconoscimento del valore educativo delle differenze quale “superamento dei condizionamenti che intrappolano noi stessi, i nostri progetti, le nostre possibilità” (Bertin & Contini, 2004, p. 15).
Braga, C., Unità e diversità: educare ad una transizione ecologica giusta e inclusiva, <<ATTUALITÀ PEDAGOGICHE>>, 2024; (Vol. 6, N. 2): 24-31 [https://hdl.handle.net/10807/278739]
Unità e diversità: educare ad una transizione ecologica giusta e inclusiva
Braga, Caterina
2024
Abstract
“Siamo nell'era planetaria: un'avventura comune travolge gli umani […]: devono riconoscersi nella loro comune umanità, e nello stesso tempo devono riconoscere la loro diversità, individuale e culturale” (Morin, 2001, p. 47). Educare alla transizione ecologica avversando le ineguaglianze richiede oggi alla pedagogia di assumere il principio di unità-diversità quale prospettiva critica di azione e di ricerca in tutti i campi. Le sfide dell’inclusione e della coesione, dettate da una transizione ecologica e giusta, dipenderanno anche dalla valorizzazione delle differenze e dall’attivazione del potenziale femminile. In questa luce il contributo assume le realtà organizzative, siano esse profit, no-profit o pubbliche amministrazioni, quali luoghi emblematici per l’educabilità umana. Luoghi non formali dell’educazione in cui superare gli stereotipi e le disuguaglianze, in particolare di genere, in funzione di un’autentica cultura dell’inclusione quale potenziale da sviluppare, che garantisca da un lato un vantaggio per le organizzazioni e dall’altro posti di lavoro giusti e soddisfacenti, volti al pieno compimento umano e che mettano al centro la persona. La costruzione autentica di una società inclusiva passa anche dal riconoscimento del valore educativo delle differenze quale “superamento dei condizionamenti che intrappolano noi stessi, i nostri progetti, le nostre possibilità” (Bertin & Contini, 2004, p. 15).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.