Nella ben nota Grammatica della fantasia (1973), Gianni Rodari ha saputo scavare a fondo per recuperare la struttura portante alla base del suo processo creativo, assegnando un valore primigenio alla parola come pietra fondante del dialogo tra scrittore e lettore bambino. In “Un sasso nello stagno”, prima strategia presentata nella Grammatica, Rodari mette al centro la similitudine tra gli eventi che porta con sé un sasso gettato in uno stagno e una parola “gettata nella mente a caso”. Nascono associazioni, ricordi, nuove vie creative che possono sfociare anche nella scrittura. Si tratta di dare la parola perché ciascun bambino possa trovare nel potenziale generativo di essa la strada per essere pienamente se stesso. La Grammatica ha avuto un buon successo anche tra il pubblico americano, grazie all’intuito e all’intraprendenza di uno dei maggiori accademici contemporanei: Jack Zipes. Nelle sue mani, il dialogo rodariano abbraccia la traduzione e la mediazione per il pubblico americano e in “The Stone in the Pond” il traduttore attiva un processo ricreativo del testo sorgente che accompagna la formazione pedagogica dei potenziali lettori attraverso una parziale riscrittura del testo rodariano. I giochi linguistici, le associazioni, le rime che compongono le strategie educative della Grammatica vengono riscritte e reinterpretate dal traduttore in The Grammar of Fantasy (1996) e rivelano un intento dialogante con le intenzioni dell’autore per aprirsi ad un ulteriore progetto educativo verso un pubblico diverso da quello originariamente immaginato da Rodari. Zipes dichiara nell’introduzione alla traduzione che tra gli elementi di riscrittura da lui adottati c’è l’amplificazione del testo rodariano, aggiungendo elementi chiarificatori del suo approccio critico e innovativo fortemente legato al dibattito pedagogico del tempo in Italia. Zipes vuole agganciare questo dibattito all’ambiente educativo americano e riesce, in traduzione, a far comunicare due contesti storico-pedagogici diversi nel tempo e nello spazio, ma che rivelano interessi comuni di innovazione all’approccio educativo nelle rispettive culture.
Alborghetti, C., Il potere creativo della parola. Il dialogo pedagogico traduttivo tra Gianni Rodari e Jack Zipes in The Grammar of Fantasy per il pubblico americano, in Dare la parola: professionalità pedagogiche, educative e formative. A 100 anni dalla nascita di don Milani, (Firenze, 15-17 June 2023), Pensa MultiMedia, Lecce - Rovato (BS) 2024:<<SOCIETÀ ITALIANA DI PEDAGOGIA>>, 327-332 [https://hdl.handle.net/10807/278496]
Il potere creativo della parola. Il dialogo pedagogico traduttivo tra Gianni Rodari e Jack Zipes in The Grammar of Fantasy per il pubblico americano
Alborghetti, Claudia
Primo
2024
Abstract
Nella ben nota Grammatica della fantasia (1973), Gianni Rodari ha saputo scavare a fondo per recuperare la struttura portante alla base del suo processo creativo, assegnando un valore primigenio alla parola come pietra fondante del dialogo tra scrittore e lettore bambino. In “Un sasso nello stagno”, prima strategia presentata nella Grammatica, Rodari mette al centro la similitudine tra gli eventi che porta con sé un sasso gettato in uno stagno e una parola “gettata nella mente a caso”. Nascono associazioni, ricordi, nuove vie creative che possono sfociare anche nella scrittura. Si tratta di dare la parola perché ciascun bambino possa trovare nel potenziale generativo di essa la strada per essere pienamente se stesso. La Grammatica ha avuto un buon successo anche tra il pubblico americano, grazie all’intuito e all’intraprendenza di uno dei maggiori accademici contemporanei: Jack Zipes. Nelle sue mani, il dialogo rodariano abbraccia la traduzione e la mediazione per il pubblico americano e in “The Stone in the Pond” il traduttore attiva un processo ricreativo del testo sorgente che accompagna la formazione pedagogica dei potenziali lettori attraverso una parziale riscrittura del testo rodariano. I giochi linguistici, le associazioni, le rime che compongono le strategie educative della Grammatica vengono riscritte e reinterpretate dal traduttore in The Grammar of Fantasy (1996) e rivelano un intento dialogante con le intenzioni dell’autore per aprirsi ad un ulteriore progetto educativo verso un pubblico diverso da quello originariamente immaginato da Rodari. Zipes dichiara nell’introduzione alla traduzione che tra gli elementi di riscrittura da lui adottati c’è l’amplificazione del testo rodariano, aggiungendo elementi chiarificatori del suo approccio critico e innovativo fortemente legato al dibattito pedagogico del tempo in Italia. Zipes vuole agganciare questo dibattito all’ambiente educativo americano e riesce, in traduzione, a far comunicare due contesti storico-pedagogici diversi nel tempo e nello spazio, ma che rivelano interessi comuni di innovazione all’approccio educativo nelle rispettive culture.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.