Sin dai primi mesi del 2020, la comunità antropologica si è interrogata sull’impatto culturale e sociale della pandemia e delle misure eccezionali introdotte per contrastarla. Questo articolo contribuisce al dibattito esplorando come l’esperienza del lockdown si leghi al senso dell’abitare; al mutato senso del luogo del proprio luogo di residenza e della propria abitazione. In particolare, guarda ai processi di significazione dello spazio urbano e rurale e della relazione che intercorre tra questi e la percezione della propria abitazione. Così facendo, l’articolo espande e completa il percorso iniziato su questa rivista nelle pagine del Diario di salute pubblica incentrato sul tema dell’abitare nell’ambito dell’urbanismo italiano contemporaneo
Fontefrancesco, M. F., Casa o carcere? Il senso dell’abitare domestico durante il lockdown, <<NARRARE I GRUPPI>>, 2021; 16 (1): 27-40 [https://hdl.handle.net/10807/272177]
Casa o carcere? Il senso dell’abitare domestico durante il lockdown
Fontefrancesco, Michele Filippo
2021
Abstract
Sin dai primi mesi del 2020, la comunità antropologica si è interrogata sull’impatto culturale e sociale della pandemia e delle misure eccezionali introdotte per contrastarla. Questo articolo contribuisce al dibattito esplorando come l’esperienza del lockdown si leghi al senso dell’abitare; al mutato senso del luogo del proprio luogo di residenza e della propria abitazione. In particolare, guarda ai processi di significazione dello spazio urbano e rurale e della relazione che intercorre tra questi e la percezione della propria abitazione. Così facendo, l’articolo espande e completa il percorso iniziato su questa rivista nelle pagine del Diario di salute pubblica incentrato sul tema dell’abitare nell’ambito dell’urbanismo italiano contemporaneoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.