Era il 1967 quando in un vigneto della Val Nure, in provincia di Pia-cenza, su un’unica vite di Malvasia di Candia aromatica venne notato un grappolo che presentava una colorazione rosa, nettamente diffe-rente da tutti gli altri grappoli della Malvasia di Candia aromatica locale, tipicamente dorati alla vendemmia. Venne quindi contattato il Prof. Ma-rio Fregoni, allora professore or-dinario di viticoltura presso l’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il quale comprese che nella pianta in questione fosse sorta una mutazione spontanea che confe-riva una pigmentazione antocianica dell’epicarpo dell’acino.
Frioni, T., Pagani, S., Collivasone, R., Gatti, M., Miravalle, R., Vercesi, A., Poni, S., Malvasia Rosa: da una mutazione spontanea un vitigno unico, <<VVQ>>, 2022; (Dicembre): 22-26 [https://hdl.handle.net/10807/232116]
Malvasia Rosa: da una mutazione spontanea un vitigno unico
Frioni, Tommaso
;Pagani, Silvia;Collivasone, Riccardo;Gatti, Matteo;Vercesi, Alberto;Poni, Stefano
2022
Abstract
Era il 1967 quando in un vigneto della Val Nure, in provincia di Pia-cenza, su un’unica vite di Malvasia di Candia aromatica venne notato un grappolo che presentava una colorazione rosa, nettamente diffe-rente da tutti gli altri grappoli della Malvasia di Candia aromatica locale, tipicamente dorati alla vendemmia. Venne quindi contattato il Prof. Ma-rio Fregoni, allora professore or-dinario di viticoltura presso l’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il quale comprese che nella pianta in questione fosse sorta una mutazione spontanea che confe-riva una pigmentazione antocianica dell’epicarpo dell’acino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.