Nel febbraio del 1941 il sottotenente Eugenio Corti chiede di essere mandato sul fronte russo per conoscere la realtà del comunismo. È in quell’esperienza bellica, raccontata ne I più non ritornano, e ne Il cavallo rosso che il giovane brianteo scopre la sua vocazione di scrittore, inserendosi così nella Letteratura Italiana e Internazionale. L’articolo vuole mostrare quanto la geografia naturale e politica, dunque, è stata, secondo l’interpretazione cortiana, una componente determinante di un esperimento disumano e pertanto ha un posto significativo all’interno delle sue opere.
Rondena, E., La steppa del Don: una geografia fisica e umana all’origine della scrittura di Eugenio Corti, <<STUDIUM>>, 2022; 118 (4): 139-163 [https://hdl.handle.net/10807/223386]
La steppa del Don: una geografia fisica e umana all’origine della scrittura di Eugenio Corti
Rondena, Elena
2022
Abstract
Nel febbraio del 1941 il sottotenente Eugenio Corti chiede di essere mandato sul fronte russo per conoscere la realtà del comunismo. È in quell’esperienza bellica, raccontata ne I più non ritornano, e ne Il cavallo rosso che il giovane brianteo scopre la sua vocazione di scrittore, inserendosi così nella Letteratura Italiana e Internazionale. L’articolo vuole mostrare quanto la geografia naturale e politica, dunque, è stata, secondo l’interpretazione cortiana, una componente determinante di un esperimento disumano e pertanto ha un posto significativo all’interno delle sue opere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.