Nei primi anni della loro vita, le start-up sono tipicamente prive di indebitamento, non essendo in grado di generare flussi di cassa positivi o di concedere garanzie adeguate. Il capitale raccolto risulta pertanto riferibile al patrimonio netto (equity), che rappresenta il serbatoio di cassa che consente alle start-up di sopravvivere sino a quando maturano un surplus di liquidità. Quando una start-up raggiunge la sua maturità e il break-even finanziario, grazie anche alla finanza ponte di intermediari specializzati (venture capital, private equity, finanza agevolata) può iniziare a indebitarsi. Ciò rappresenta un importante traguardo, riservato alle scale-up che sopravvivono alla selezione darwiniana, oltrepassando la “valle della morte” (che comporta l’azzeramento della liquidità e del patrimonio netto).
Moro Visconti, R., LA BANCABILITÀ DELLE START-UP, <<BANCARIA>>, 2021; (3): 72-80 [http://hdl.handle.net/10807/174355]
LA BANCABILITÀ DELLE START-UP
Moro Visconti, Roberto
2021
Abstract
Nei primi anni della loro vita, le start-up sono tipicamente prive di indebitamento, non essendo in grado di generare flussi di cassa positivi o di concedere garanzie adeguate. Il capitale raccolto risulta pertanto riferibile al patrimonio netto (equity), che rappresenta il serbatoio di cassa che consente alle start-up di sopravvivere sino a quando maturano un surplus di liquidità. Quando una start-up raggiunge la sua maturità e il break-even finanziario, grazie anche alla finanza ponte di intermediari specializzati (venture capital, private equity, finanza agevolata) può iniziare a indebitarsi. Ciò rappresenta un importante traguardo, riservato alle scale-up che sopravvivono alla selezione darwiniana, oltrepassando la “valle della morte” (che comporta l’azzeramento della liquidità e del patrimonio netto).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.