Il contributo teorizza come per un’“intercultura di seconda generazione” sia necessario inserire le competenze mediaeducative relative all’Information Literacy nel quadro delle competenze interculturali. Tali competenze non possono essere demandate solamente a figure dedicate alla comunicazione, ma diventano trasversali per le professionalità di lavoro con i migranti. Alcune caratteristiche della comunicazione “onlife” sono da un lato elementi che facilitano discorsi d’odio e ostilità xenofoba; d’altro canto, se opportunamente orientate in senso mediaeducativo e interculturale, possono invece contribuire alla sfida del “vivere insieme”. A seguito del profondo cambiamento in atto nell’ecosistema di produzione e distribuzione di informazioni, nel quadro del lavoro con i migranti e delle relazioni interculturali, sono competenti operatori capaci di leggere le nuove logiche della vita onlife, narrare storie individuali inserendole in una cornice narrativa collettiva, mediare tra i dispositivi tecnologici e i loro utilizzatori in un regime di postverità, educare al pensiero critico e alla responsabilità. In quest’ottica ibridare la pedagogia interculturale con la media education rappresenta un’opportunità per gli interventi sociali con i migranti.
Pasta, S., Educazione all'informazione: competenze mediaeducative per l'educazione interculturale di seconda generazione, <<CIVITAS EDUCATIONIS>>, 2020; IX (1): 93-109 [http://hdl.handle.net/10807/159595]
Educazione all'informazione: competenze mediaeducative per l'educazione interculturale di seconda generazione
Pasta, Stefano
2020
Abstract
Il contributo teorizza come per un’“intercultura di seconda generazione” sia necessario inserire le competenze mediaeducative relative all’Information Literacy nel quadro delle competenze interculturali. Tali competenze non possono essere demandate solamente a figure dedicate alla comunicazione, ma diventano trasversali per le professionalità di lavoro con i migranti. Alcune caratteristiche della comunicazione “onlife” sono da un lato elementi che facilitano discorsi d’odio e ostilità xenofoba; d’altro canto, se opportunamente orientate in senso mediaeducativo e interculturale, possono invece contribuire alla sfida del “vivere insieme”. A seguito del profondo cambiamento in atto nell’ecosistema di produzione e distribuzione di informazioni, nel quadro del lavoro con i migranti e delle relazioni interculturali, sono competenti operatori capaci di leggere le nuove logiche della vita onlife, narrare storie individuali inserendole in una cornice narrativa collettiva, mediare tra i dispositivi tecnologici e i loro utilizzatori in un regime di postverità, educare al pensiero critico e alla responsabilità. In quest’ottica ibridare la pedagogia interculturale con la media education rappresenta un’opportunità per gli interventi sociali con i migranti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.