Nella comunicazione della menzogna un problema psicologico rilevante concerne il ruolo in essa svolto dalle emozioni. L'esperienza emotiva entra a far parte della comunicazione menzognera a più livelli. Infatti, non solo si presume che per mentire con successo si debba essere in grado di controllare le proprie emozioni, ma si ritiene anche che si possano nascondere le proprie emozioni o fingere emozioni che non si provano. Sono individuabili nella letteratura tre approcci teorici utili al fine di descrivere i punti di tangenza tra l'esperienza emotiva e l'esperienza del mentire: l’approccio che definiamo «discreto» che cerca di individuare emozioni «tipiche/specifiche» della menzogna; l’approccio «dimensionale» che individua invece nei fattori di controllo e di attivazione le dimensioni tangenti alle due esperienze ed infine l’approccio «componenziale» che pone l’accento sui processi di valutazione cognitiva dell’antecedente emozionale che possono essere attivati in differenti condizioni di menzogna.

Ciceri, M. R., Anolli, L. M., Il ruolo delle emozioni nell'atto di mentire, <<RIVISTA DI PSICOLOGIA>>, 1994; 1-2-3 (Gennaio): 165-170 [http://hdl.handle.net/10807/15847]

Il ruolo delle emozioni nell'atto di mentire

Ciceri, Maria Rita;Anolli, Luigi Maria
1994

Abstract

Nella comunicazione della menzogna un problema psicologico rilevante concerne il ruolo in essa svolto dalle emozioni. L'esperienza emotiva entra a far parte della comunicazione menzognera a più livelli. Infatti, non solo si presume che per mentire con successo si debba essere in grado di controllare le proprie emozioni, ma si ritiene anche che si possano nascondere le proprie emozioni o fingere emozioni che non si provano. Sono individuabili nella letteratura tre approcci teorici utili al fine di descrivere i punti di tangenza tra l'esperienza emotiva e l'esperienza del mentire: l’approccio che definiamo «discreto» che cerca di individuare emozioni «tipiche/specifiche» della menzogna; l’approccio «dimensionale» che individua invece nei fattori di controllo e di attivazione le dimensioni tangenti alle due esperienze ed infine l’approccio «componenziale» che pone l’accento sui processi di valutazione cognitiva dell’antecedente emozionale che possono essere attivati in differenti condizioni di menzogna.
1994
Italiano
Ciceri, M. R., Anolli, L. M., Il ruolo delle emozioni nell'atto di mentire, <<RIVISTA DI PSICOLOGIA>>, 1994; 1-2-3 (Gennaio): 165-170 [http://hdl.handle.net/10807/15847]
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