L’obiettivo sinora raggiunto dalle chiusure innovative è stato quello di ricoprire una fetta di mercato che si trova a dover usare il tappo sintetico per motivi di ottimizzazione dei costi soprattutto in riferimento alla tappatura di prodotti di fascia medio-bassa, per i quali i requisiti minimi della chiusura sono: • adattabilità alle esigenze di una tappatura industriale (regolarità dimensionale, che riduca al minimo i rischi di interruzione della catena di imbottigliamento, ecc…); • assenza o minima migrazione nel vino di composti estranei (residui di colla, di solventi, di plastificanti, di indurenti, di composti impiegati nei trattamenti superficiali, ecc.); • inerzia chimica e microbiologica che in nessun caso alteri il gusto o l’aroma del prodotto imbottigliato; • funzionalità economica e tecnica adattata per la tappatura dei vini a rotazione rapida e dei prodotti più sensibili (vini bianchi, vini rosati, vini rossi leggeri). Quanto detto fa emergere la necessità di continuare gli studi su più livelli di attenzione. Da una parte è necessario effettuare gli opportuni controlli tecnici ed analitici dei tappi immessi sul mercato e porre in relazione i risultati di ogni specifica tipologia di tappo con il vino che dovrà essere imbottigliato. Infatti, in base alle caratteristiche generali di tenuta e di permeabilità dei tappi sintetici, potrebbe essere necessario modificare la tecnologia di preparazione del vino all'imbottigliamento. Questa modifica dovrebbe, inoltre, essere modulata in funzione del tipo di vino: bianco o rosso, giovane o invecchiato e quindi destinato ad un periodo di affinamento differente in bottiglia. Nel caso dei tappi cilindrici altri aspetti rilevanti riguardano le differenze di conoscenze e di esperienze del rapporto tra tipo di bottiglia, vino e tappo. Nel caso del materiale sughero, le informazioni scientifiche e tecniche sono maggiori, dato che l’uso di questo tipo di tappo è nato con l’imbottigliamento del prodotto, mentre per il tappo sintetico è necessario ampliare le conoscenze per poter correlare tra loro il prodotto, il contenitore ed il tappo. Infatti, benché il meccanismo di chiusura sia molto simile, il materiale sintetico se da un lato consente una standardizzazione del processo di produzione e quindi una maggiore riproducibilità nei tappi, d’altro canto può originare comportamenti che differiscono da quello del sughero con la conseguente necessità di acquisire informazioni più specifiche per le differenti applicazioni. A tutt'oggi, infatti, si può ritenere che i tappi sintetici siano idonei per la chiusura di vini da consumarsi giovani, principalmente bianchi, mentre non esistono informazioni sperimentali sufficienti a supportare il loro impiego per vini rossi di struttura, soprattutto se invecchiati. A tale proposito la ricerca scientifica si sta ponendo il problema di prolungare il periodo di osservazione dei vini tappati con sistemi alternativi al sughero oltre i 24 mesi di stoccaggio, introducendo nelle sperimentazioni sia vini maggiormente strutturati che chiusure a vite, molto diffuse oltre oceano.
Silva, A., Lambri, M., Tappo alternativo cercasi, <<VQ>>, 2006; (9): 53-58 [http://hdl.handle.net/10807/13976]
Tappo alternativo cercasi
Silva, Angela;Lambri, Milena
2006
Abstract
L’obiettivo sinora raggiunto dalle chiusure innovative è stato quello di ricoprire una fetta di mercato che si trova a dover usare il tappo sintetico per motivi di ottimizzazione dei costi soprattutto in riferimento alla tappatura di prodotti di fascia medio-bassa, per i quali i requisiti minimi della chiusura sono: • adattabilità alle esigenze di una tappatura industriale (regolarità dimensionale, che riduca al minimo i rischi di interruzione della catena di imbottigliamento, ecc…); • assenza o minima migrazione nel vino di composti estranei (residui di colla, di solventi, di plastificanti, di indurenti, di composti impiegati nei trattamenti superficiali, ecc.); • inerzia chimica e microbiologica che in nessun caso alteri il gusto o l’aroma del prodotto imbottigliato; • funzionalità economica e tecnica adattata per la tappatura dei vini a rotazione rapida e dei prodotti più sensibili (vini bianchi, vini rosati, vini rossi leggeri). Quanto detto fa emergere la necessità di continuare gli studi su più livelli di attenzione. Da una parte è necessario effettuare gli opportuni controlli tecnici ed analitici dei tappi immessi sul mercato e porre in relazione i risultati di ogni specifica tipologia di tappo con il vino che dovrà essere imbottigliato. Infatti, in base alle caratteristiche generali di tenuta e di permeabilità dei tappi sintetici, potrebbe essere necessario modificare la tecnologia di preparazione del vino all'imbottigliamento. Questa modifica dovrebbe, inoltre, essere modulata in funzione del tipo di vino: bianco o rosso, giovane o invecchiato e quindi destinato ad un periodo di affinamento differente in bottiglia. Nel caso dei tappi cilindrici altri aspetti rilevanti riguardano le differenze di conoscenze e di esperienze del rapporto tra tipo di bottiglia, vino e tappo. Nel caso del materiale sughero, le informazioni scientifiche e tecniche sono maggiori, dato che l’uso di questo tipo di tappo è nato con l’imbottigliamento del prodotto, mentre per il tappo sintetico è necessario ampliare le conoscenze per poter correlare tra loro il prodotto, il contenitore ed il tappo. Infatti, benché il meccanismo di chiusura sia molto simile, il materiale sintetico se da un lato consente una standardizzazione del processo di produzione e quindi una maggiore riproducibilità nei tappi, d’altro canto può originare comportamenti che differiscono da quello del sughero con la conseguente necessità di acquisire informazioni più specifiche per le differenti applicazioni. A tutt'oggi, infatti, si può ritenere che i tappi sintetici siano idonei per la chiusura di vini da consumarsi giovani, principalmente bianchi, mentre non esistono informazioni sperimentali sufficienti a supportare il loro impiego per vini rossi di struttura, soprattutto se invecchiati. A tale proposito la ricerca scientifica si sta ponendo il problema di prolungare il periodo di osservazione dei vini tappati con sistemi alternativi al sughero oltre i 24 mesi di stoccaggio, introducendo nelle sperimentazioni sia vini maggiormente strutturati che chiusure a vite, molto diffuse oltre oceano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.