Dall'analisi di singole immagini allegoriche nel tessuto delle tragedie di Tesauro il contributo risale, quasi «per istraforo di perspettiva» e in colloquio con la tradizione metafisica e morale aristotelica, alla macrostruttura della tragedia come allegoria. Allargando lo sguardo all’intera produzione teatrale di Tesauro emerge come non solo Alcesti, ma tutte le tragedie tesauriane possono essere considerate, nella loro unità testuale, allegorie della vita di corte, del potere, dei rapporti interpersonali.Il saggio si concentra in particolare sulla possibilità che esse costituiscano anche l’allegoria di un preciso impiego del linguaggio: quell’eloquenza tanto cara a Tesauro che, accoppiata all’innocenza grazie all’impiego della simulazione onesta e dell’entimema, «ogni colpa discolpa», e smentisce e smaschera l’eloquenza della forza e della sopraffazione.
Bisi, M., Mise-en-abyme del dramma e abisso del linguaggio: l'allegoria tra ontologia e morale nelle tragedie di Emanuele Tesauro, in Allegoria e teatro tra Cinque e Settecento: da principio compositivo a strumento esegetico, (PADOVA -- ITA, 11-12 December 2014), Emil di Odoya, Bologna 2016:<<BIBLIOTECA DEL RINASCIMENTO E DEL BAROCCO>>, 209-225 [http://hdl.handle.net/10807/100249]
Mise-en-abyme del dramma e abisso del linguaggio: l'allegoria tra ontologia e morale nelle tragedie di Emanuele Tesauro
Bisi, MonicaPrimo
2016
Abstract
Dall'analisi di singole immagini allegoriche nel tessuto delle tragedie di Tesauro il contributo risale, quasi «per istraforo di perspettiva» e in colloquio con la tradizione metafisica e morale aristotelica, alla macrostruttura della tragedia come allegoria. Allargando lo sguardo all’intera produzione teatrale di Tesauro emerge come non solo Alcesti, ma tutte le tragedie tesauriane possono essere considerate, nella loro unità testuale, allegorie della vita di corte, del potere, dei rapporti interpersonali.Il saggio si concentra in particolare sulla possibilità che esse costituiscano anche l’allegoria di un preciso impiego del linguaggio: quell’eloquenza tanto cara a Tesauro che, accoppiata all’innocenza grazie all’impiego della simulazione onesta e dell’entimema, «ogni colpa discolpa», e smentisce e smaschera l’eloquenza della forza e della sopraffazione.File | Dimensione | Formato | |
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