L’articolo indaga le relazioni fra l’Amministrazione coloniale britannica nel sub-continente indiano e le autorità locali tradizionali in Baluchistan, una vasta, arida e spopolata regione suddivisa fra Iran, Pakistan e Afghanistan. Pur essendo un’area marginale, il Baluchistan aveva un forte valore strategico per l’Impero britannico, in ragione della sua posizione lungo la frontiera del nord-ovest. Alla fine del XIX secolo, questa naturale via d’accesso all’India era sotto il controllo nominale del khanato di Kalat, un debole proto-stato tribale creato nel 1666, piagato da continui scontro fra il khan di Kalat e i suoi riottosi capi tribali. In particolare, erano molto tese le relazioni fra Kalat e i suoi cd. “Feudatory States”, ossia le aree di Las Bela, Kharan e Makran, i cui capi lottavano per riguadagnare una completa indipendenza o un’autonomia totale. Gli amministratori coloniali inglesi sfruttarono questa instabilità politica per rafforzare il controllo su questa regione strategica, indebolendo così ulteriormente l’autorità e il prestigio del khan e rafforzando il ruolo dei capi locali tribali a lui sottoposti. Una scelta politica attuata dopo un lungo dibattito interno all’Amministrazione coloniale (gli archivi dell’India Office a Londra contengono ancora molti documenti sulla questione) circa la “reale natura costituzionale” del khanato: se esso fosse uno stato “federale” oppure “feudale”. In particolare, Sir Robert Sandeman, il primo Agent to the Governor General (A.G.G.) in Baluchistan, giocò un ruolo cruciale nel delineare la politica e la strategica militare britannica nella regione. Egli piegò e manipolò le relazioni di potere locali per servire gli interessi britannici, permettendo all’Amministrazione coloniale britannica di controllare il Baluchistan senza gravare eccessivamente sul budget del Government of India. Ma la sua politica ebbe anche l’effetto indiretto di offrire all’A.G.G. un più forte potere personale, cosa che Sandeman voleva decisamente ottenere. Come nota la Simanti: «Unadministered tribal territory across the Indus was virgin land for re-writing personal political reputations and realizing dreams of personal power, all in the name of empire. Sandeman's strategy in Baluchistan was an exposition in the linkage between imperial ideology and personal interest, which fueled successive waves of British expansion into tribal territory on the Indus frontier».

Redaelli, R., LA PERCEZIONE DEL RAPPORTO SPAZIO-POTERE IN EPOCA COLONIALE: IL CASO DEL KHANATO DI KALAT, <<STORIA URBANA>>, 2016; 39 (152-153): 113-137 [http://hdl.handle.net/10807/97901]

LA PERCEZIONE DEL RAPPORTO SPAZIO-POTERE IN EPOCA COLONIALE: IL CASO DEL KHANATO DI KALAT

Redaelli, Riccardo
2016

Abstract

L’articolo indaga le relazioni fra l’Amministrazione coloniale britannica nel sub-continente indiano e le autorità locali tradizionali in Baluchistan, una vasta, arida e spopolata regione suddivisa fra Iran, Pakistan e Afghanistan. Pur essendo un’area marginale, il Baluchistan aveva un forte valore strategico per l’Impero britannico, in ragione della sua posizione lungo la frontiera del nord-ovest. Alla fine del XIX secolo, questa naturale via d’accesso all’India era sotto il controllo nominale del khanato di Kalat, un debole proto-stato tribale creato nel 1666, piagato da continui scontro fra il khan di Kalat e i suoi riottosi capi tribali. In particolare, erano molto tese le relazioni fra Kalat e i suoi cd. “Feudatory States”, ossia le aree di Las Bela, Kharan e Makran, i cui capi lottavano per riguadagnare una completa indipendenza o un’autonomia totale. Gli amministratori coloniali inglesi sfruttarono questa instabilità politica per rafforzare il controllo su questa regione strategica, indebolendo così ulteriormente l’autorità e il prestigio del khan e rafforzando il ruolo dei capi locali tribali a lui sottoposti. Una scelta politica attuata dopo un lungo dibattito interno all’Amministrazione coloniale (gli archivi dell’India Office a Londra contengono ancora molti documenti sulla questione) circa la “reale natura costituzionale” del khanato: se esso fosse uno stato “federale” oppure “feudale”. In particolare, Sir Robert Sandeman, il primo Agent to the Governor General (A.G.G.) in Baluchistan, giocò un ruolo cruciale nel delineare la politica e la strategica militare britannica nella regione. Egli piegò e manipolò le relazioni di potere locali per servire gli interessi britannici, permettendo all’Amministrazione coloniale britannica di controllare il Baluchistan senza gravare eccessivamente sul budget del Government of India. Ma la sua politica ebbe anche l’effetto indiretto di offrire all’A.G.G. un più forte potere personale, cosa che Sandeman voleva decisamente ottenere. Come nota la Simanti: «Unadministered tribal territory across the Indus was virgin land for re-writing personal political reputations and realizing dreams of personal power, all in the name of empire. Sandeman's strategy in Baluchistan was an exposition in the linkage between imperial ideology and personal interest, which fueled successive waves of British expansion into tribal territory on the Indus frontier».
2016
Italiano
Redaelli, R., LA PERCEZIONE DEL RAPPORTO SPAZIO-POTERE IN EPOCA COLONIALE: IL CASO DEL KHANATO DI KALAT, <<STORIA URBANA>>, 2016; 39 (152-153): 113-137 [http://hdl.handle.net/10807/97901]
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