«Ogni modello di comunicazione è al tempostesso un modello di traduzione, di trasferi-mento verticale o orizzontale di significato»(Steiner, Dopo Babele, p. 74).L’affermazione di Steiner è verificabile sia nella societàcontemporanea, dove la traduzione si può definire comeduplice comunicazione tra membri di sistemi linguisticidifferenti, sia nella società latina antica, dove essa è lo stru-mento del quale retori, grammatici, filosofi e drammatur-ghi si servono per introdurre a Roma la tradizione greca.Questo saggio vuole proporre un confronto tra le defini-zioni jakobsoniane di traduzione e comunicazione e l’ap- proccio di Cicerone, attraverso l’analisi della terminolo-gia che l’oratore utilizza in riferimento al suo lavoro ditraduttore
Prencipe, V., La traduzione come doppia comunicazione: da Jakobson a Cicerone, <<NUOVA SECONDARIA>>, 2016; (3): 90-94 [http://hdl.handle.net/10807/95666]
La traduzione come doppia comunicazione: da Jakobson a Cicerone
Prencipe, VittoriaPrimo
2016
Abstract
«Ogni modello di comunicazione è al tempostesso un modello di traduzione, di trasferi-mento verticale o orizzontale di significato»(Steiner, Dopo Babele, p. 74).L’affermazione di Steiner è verificabile sia nella societàcontemporanea, dove la traduzione si può definire comeduplice comunicazione tra membri di sistemi linguisticidifferenti, sia nella società latina antica, dove essa è lo stru-mento del quale retori, grammatici, filosofi e drammatur-ghi si servono per introdurre a Roma la tradizione greca.Questo saggio vuole proporre un confronto tra le defini-zioni jakobsoniane di traduzione e comunicazione e l’ap- proccio di Cicerone, attraverso l’analisi della terminolo-gia che l’oratore utilizza in riferimento al suo lavoro ditraduttoreI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.