Nativo della Garfagnana, padovano d’adozione, insigne biologo allievo di Marcello Malpighi: dal Ducato estense alla Repubblica di Venezia, chiamato a insegnare Medicina nel prestigioso Ateneo di Padova, dove tenne cattedra per un trentennio, fino alla morte. Così si potrebbe compendiare, in estrema sintesi, la parabola esistenziale di Antonio Vallisnieri (rocca di Trassilico, 1661 – Padova, 1730), celeberrimo medico e naturalista, acuto osservatore e sperimentatore, elegante descrittore e scrittore assai prolifico. Inevitabilmente ‘prestato’ dai tempi alla pratica e alla scienza medica, egli è in realtà soprattutto un naturalista e un biologo di grande valore. Un po’ secondaria quindi la sua opera nello scenario della Medicina sei-settecentesca, costellato in Italia da astri di prima grandezza; di prim’ordine invece l’apporto alla conoscenza morfologica, anatomica, fisiologica e bio-ecologica del mondo animale, con particolare riguardo a insetti e vermi parassiti. Ma Vallisnieri si occupò anche di vertebrati e spaziò pure nel mondo vegetale, nella geologia e nella paleontologia. Nelle dispute sulle grandi questioni biologiche della sua epoca prese posizioni nette. Contro i fautori dell’epigenesi nell’origine degli organismi sostenne la teoria preformista, anche se in alcuni suoi scritti affiorano idee che fanno di lui un ‘protoevoluzionista’. Notevole inoltre il suo contributo alla confutazione della teoria della generazione spontanea: sulla scia di Malpighi dimostrò tra l’altro che anche gli insetti galligeni derivano da uova, sciogliendo i dubbi che Redi stesso aveva avuto in proposito; importanti argomentazioni contro la generatio aequivoca egli le trasse anche dallo studio dei vermi parassiti. Per l’entomologia della prima metà del Settecento, Vallisnieri è sicuramente l’italiano di maggior rilievo. Nella sua produzione scientifica, estremamente articolata e complessa, due sono i titoli di particolare rilevanza entomologica: Dialoghi sopra la curiosa origine di molti insetti, Venezia 1700, ed Esperienze, ed osservazioni intorno all’origine, sviluppi e costumi di varj insetti, con altre spettanti alla naturale, e medica storia, Padova 1713. A cura nominalmente del figlio Antonio junior, nel 1733 uscivano dai torchi a Venezia le Opere fisico-mediche stampate e manoscritte del Kavalier Antonio Vallisnieri raccolte da Antonio suo figliuolo, edizione postuma dell’opera omnia, in tre volumi. Oltre a quanto sopra, Vallisnieri contribuì allo studio degli insetti in altri modi. Bio-ecologo più che sistematico, propose una classificazione degli entomi basata sui diversi ambienti di vita, che fu apprezzata da Réaumur. Descrisse e illustrò la metamorfosi di vari insetti (formicaleone, ecc.), soprattutto di quelli su cui soffermò la sua indagine in maniera più ampia e approfondita, con interi capitoli corredati di pregevole iconografia, come è il caso dell’‘Estro de’ Buoi’ e della ‘mosca del Verme del naso delle Pecore’, Ditteri Estridi (Hypoderma, Oestrus) parassiti di animali domestici, o il caso della ‘Mosca de’ Rosai’, l’Imenottero Argide Arge pagana. Assieme a Swammerdam e Lister, Vallisnieri contribuì inoltre a chiarire correttamente l’essenza del parassitismo interno negli insetti. Nelle sue opere accolse anche contributi redatti da altri autori coevi con cui era in corrispondenza, come Diacinto Cestoni e Lorenzo Patarol, che in tal modo ebbero maggiore risalto. Vallisnieri seguì costantemente il criterio del dubbio come metodo per approdare a conoscenze certe, nella convinzione, rispecchiata dal motto sensui magis quam rationi fidendum, che un’osservazione rigorosa possa valere più della scienza codificata nei libri. E preferì scrivere in italiano piuttosto che in latino, spia anche questa della sua modernità.
Nicoli Aldini, R., L'opera entomologica di Antonio Vallisnieri, professore dell'Ateneo patavino nel Secolo dei Lumi, Comunicazione, in Atti del XXV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia, (PADOVA -- ITA, 20-24 June 2016), DAFNAE, Padova 2016: 86-86 [http://hdl.handle.net/10807/94704]
L'opera entomologica di Antonio Vallisnieri, professore dell'Ateneo patavino nel Secolo dei Lumi
Nicoli Aldini, Rinaldo
2016
Abstract
Nativo della Garfagnana, padovano d’adozione, insigne biologo allievo di Marcello Malpighi: dal Ducato estense alla Repubblica di Venezia, chiamato a insegnare Medicina nel prestigioso Ateneo di Padova, dove tenne cattedra per un trentennio, fino alla morte. Così si potrebbe compendiare, in estrema sintesi, la parabola esistenziale di Antonio Vallisnieri (rocca di Trassilico, 1661 – Padova, 1730), celeberrimo medico e naturalista, acuto osservatore e sperimentatore, elegante descrittore e scrittore assai prolifico. Inevitabilmente ‘prestato’ dai tempi alla pratica e alla scienza medica, egli è in realtà soprattutto un naturalista e un biologo di grande valore. Un po’ secondaria quindi la sua opera nello scenario della Medicina sei-settecentesca, costellato in Italia da astri di prima grandezza; di prim’ordine invece l’apporto alla conoscenza morfologica, anatomica, fisiologica e bio-ecologica del mondo animale, con particolare riguardo a insetti e vermi parassiti. Ma Vallisnieri si occupò anche di vertebrati e spaziò pure nel mondo vegetale, nella geologia e nella paleontologia. Nelle dispute sulle grandi questioni biologiche della sua epoca prese posizioni nette. Contro i fautori dell’epigenesi nell’origine degli organismi sostenne la teoria preformista, anche se in alcuni suoi scritti affiorano idee che fanno di lui un ‘protoevoluzionista’. Notevole inoltre il suo contributo alla confutazione della teoria della generazione spontanea: sulla scia di Malpighi dimostrò tra l’altro che anche gli insetti galligeni derivano da uova, sciogliendo i dubbi che Redi stesso aveva avuto in proposito; importanti argomentazioni contro la generatio aequivoca egli le trasse anche dallo studio dei vermi parassiti. Per l’entomologia della prima metà del Settecento, Vallisnieri è sicuramente l’italiano di maggior rilievo. Nella sua produzione scientifica, estremamente articolata e complessa, due sono i titoli di particolare rilevanza entomologica: Dialoghi sopra la curiosa origine di molti insetti, Venezia 1700, ed Esperienze, ed osservazioni intorno all’origine, sviluppi e costumi di varj insetti, con altre spettanti alla naturale, e medica storia, Padova 1713. A cura nominalmente del figlio Antonio junior, nel 1733 uscivano dai torchi a Venezia le Opere fisico-mediche stampate e manoscritte del Kavalier Antonio Vallisnieri raccolte da Antonio suo figliuolo, edizione postuma dell’opera omnia, in tre volumi. Oltre a quanto sopra, Vallisnieri contribuì allo studio degli insetti in altri modi. Bio-ecologo più che sistematico, propose una classificazione degli entomi basata sui diversi ambienti di vita, che fu apprezzata da Réaumur. Descrisse e illustrò la metamorfosi di vari insetti (formicaleone, ecc.), soprattutto di quelli su cui soffermò la sua indagine in maniera più ampia e approfondita, con interi capitoli corredati di pregevole iconografia, come è il caso dell’‘Estro de’ Buoi’ e della ‘mosca del Verme del naso delle Pecore’, Ditteri Estridi (Hypoderma, Oestrus) parassiti di animali domestici, o il caso della ‘Mosca de’ Rosai’, l’Imenottero Argide Arge pagana. Assieme a Swammerdam e Lister, Vallisnieri contribuì inoltre a chiarire correttamente l’essenza del parassitismo interno negli insetti. Nelle sue opere accolse anche contributi redatti da altri autori coevi con cui era in corrispondenza, come Diacinto Cestoni e Lorenzo Patarol, che in tal modo ebbero maggiore risalto. Vallisnieri seguì costantemente il criterio del dubbio come metodo per approdare a conoscenze certe, nella convinzione, rispecchiata dal motto sensui magis quam rationi fidendum, che un’osservazione rigorosa possa valere più della scienza codificata nei libri. E preferì scrivere in italiano piuttosto che in latino, spia anche questa della sua modernità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.