Nella cornice teorica dell’active and healthy ageing, interventi di empowerment cognitivo ed elettrofisiologico si offrono come potenziali strumenti per il contenimento del fisiologico declino cognitivo e delle sue derive patologiche. Sulla base delle evidenze relative al coinvolgimento primario delle strutture prefrontali e delle funzioni esecutive da esse mediate nell’invecchiamento, sono stati progettati e indagati due protocolli di potenziamento mediato, rispettivamente, da training cognitivo computerizzato e da stimolazione cerebrale non-invasiva (tDCS). Al fine di valutarne anche gli effetti di neuroplasticità, l’indagine ha integrato classiche misure psicometriche con indicatori elettrofisiologici (potenziali evento-relati, ERP) di outcome. Un gruppo di controllo e due gruppi sperimentali composti da anziani senza deficit cognitivi acuti o cronici hanno preso parte allo studio e si sono quindi sottoposti a una valutazione elettrofisiologica e neuropsicologica standardizzata all’inizio e alla fine della fase di intervento, e a distanza di sei mesi. Entrambi i protocolli sperimentali prevedevano un percorso di otto settimane con tre sessioni la settimana. Le analisi, realizzate controllando l’effetto delle differenze individuali, hanno evidenziato profili di miglioramento differenti a favore dei gruppi sperimentali, con un incremento dei punteggi ottenuti ai test standardizzati sulle funzioni esecutive e delle risposte elettrofisiologiche associate a processi di orientamento attentivo (N200). Tali effetti sono stati parzialmente mantenuti anche alla rilevazione di follow-up, suggerendo interessanti implicazioni delle tecniche di neuromodulazione in percorsi preventivi o di intervento precoce. In aggiunta, le evidenze suggeriscono come l’integrazione di diverse misure (EEG e dati comportamentali) sia cruciale per un adeguato confronto tra protocolli differenti e per la valutazione di diversi profili di risposta a diversi trattamenti di potenziamento.
Balconi, M., Pala, F., Crivelli, D., Effetti a breve e a lungo termine della neuromodulazione corticale (tDCS) e del training cognitivo nell’healthy ageing. Correlati EEG e comportamentali, Comunicazione, in Atti del «IX Convegno Nazionale di Psicologia dell’Invecchiamento», (Padova, 20-21 May 2016), Società Italiana di Psicologia dell'Invecchiamento, Padova 2016: 18-18 [http://hdl.handle.net/10807/93859]
Effetti a breve e a lungo termine della neuromodulazione corticale (tDCS) e del training cognitivo nell’healthy ageing. Correlati EEG e comportamentali
Balconi, MichelaPrimo
;Pala, FrancescaSecondo
;Crivelli, DavideUltimo
2016
Abstract
Nella cornice teorica dell’active and healthy ageing, interventi di empowerment cognitivo ed elettrofisiologico si offrono come potenziali strumenti per il contenimento del fisiologico declino cognitivo e delle sue derive patologiche. Sulla base delle evidenze relative al coinvolgimento primario delle strutture prefrontali e delle funzioni esecutive da esse mediate nell’invecchiamento, sono stati progettati e indagati due protocolli di potenziamento mediato, rispettivamente, da training cognitivo computerizzato e da stimolazione cerebrale non-invasiva (tDCS). Al fine di valutarne anche gli effetti di neuroplasticità, l’indagine ha integrato classiche misure psicometriche con indicatori elettrofisiologici (potenziali evento-relati, ERP) di outcome. Un gruppo di controllo e due gruppi sperimentali composti da anziani senza deficit cognitivi acuti o cronici hanno preso parte allo studio e si sono quindi sottoposti a una valutazione elettrofisiologica e neuropsicologica standardizzata all’inizio e alla fine della fase di intervento, e a distanza di sei mesi. Entrambi i protocolli sperimentali prevedevano un percorso di otto settimane con tre sessioni la settimana. Le analisi, realizzate controllando l’effetto delle differenze individuali, hanno evidenziato profili di miglioramento differenti a favore dei gruppi sperimentali, con un incremento dei punteggi ottenuti ai test standardizzati sulle funzioni esecutive e delle risposte elettrofisiologiche associate a processi di orientamento attentivo (N200). Tali effetti sono stati parzialmente mantenuti anche alla rilevazione di follow-up, suggerendo interessanti implicazioni delle tecniche di neuromodulazione in percorsi preventivi o di intervento precoce. In aggiunta, le evidenze suggeriscono come l’integrazione di diverse misure (EEG e dati comportamentali) sia cruciale per un adeguato confronto tra protocolli differenti e per la valutazione di diversi profili di risposta a diversi trattamenti di potenziamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.