Si definiscono anzitutto le diverse accezioni del termine “prova” in ottica epistemologica e si illustra l’uso giudiziario delle massime d’esperienza e delle leggi tanto logiche quanto scientifiche; conseguentemente, il genus della “prova in senso lato” è distinta tra le species della prova in senso stretto e dell’indizio. Si chiarisce poi che le conclusioni probatorie si ottengono dopo la valutazione positiva delle fonti di prova, dei mezzi di prova e delle inferenze impiegate nel passaggio dall’elemento al risultato di prova. Tuttavia, poiché tutte le conclusioni probatorie impiegano massime d’esperienza, ma solo alcune usano leggi logiche o scientifiche non probabilistiche, risulta o ossimorico o ridondante parlare di “prova indiziaria”.
Ubertis, G., “Prova indiziaria”: ossimoro o ridondanza da evitare, <<RAGION PRATICA>>, 2016; (47): 299-315. [doi:10.1415/84912] [http://hdl.handle.net/10807/92180]
“Prova indiziaria”: ossimoro o ridondanza da evitare
Ubertis, Giulio
2016
Abstract
Si definiscono anzitutto le diverse accezioni del termine “prova” in ottica epistemologica e si illustra l’uso giudiziario delle massime d’esperienza e delle leggi tanto logiche quanto scientifiche; conseguentemente, il genus della “prova in senso lato” è distinta tra le species della prova in senso stretto e dell’indizio. Si chiarisce poi che le conclusioni probatorie si ottengono dopo la valutazione positiva delle fonti di prova, dei mezzi di prova e delle inferenze impiegate nel passaggio dall’elemento al risultato di prova. Tuttavia, poiché tutte le conclusioni probatorie impiegano massime d’esperienza, ma solo alcune usano leggi logiche o scientifiche non probabilistiche, risulta o ossimorico o ridondante parlare di “prova indiziaria”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.