L’articolo affronta il rilievo che assumono, all’interno della disciplina penalistica, i disturbi della personalità e la capacità di questi ultimi di incidere sull’imputabilità del soggetto agente. Il punto di partenza è rappresentato dalla sentenza della sentenza delle Sezioni Unite sul caso Raso, nella quale la Corte ha affermato che i disturbi della personalità possono costituire una causa idonea ad escludere o far grandemente scemare la capacità di intendere e di volere dell’agente. Nello studio si condivide l’impostazione delle Sezioni Unite e si sostiene la necessità di un interrotto e costante processo di recepimento, da parte della giustizia penale, delle più recenti acquisizioni nel panorama psichiatrico. D’altra parte, la tendenza attuale è quella di considerare la malattia mentale in una “versione integrata” che tenga conto di tutte le variabili biologiche, psicologiche, sociali, relazionali, che, nel singolo caso e con peso diverso, possono avere un ruolo determinante nel produrre una condizione di sofferenza psichica. Il saggio affronta poi il problema dell’accertamento, nel processo penale, sia della sussistenza al momento del fatto dell’infermità, sia della effettiva incidenza del disturbo sulla capacità di intendere e di volere, sia, infine, del nesso eziologico tra disturbo mentale e fatto di reato.

Centonze, F., L'IMPUTABILITÀ, IL VIZIO DI MENTE E I DISTURBI DI PERSONALITÀ, <<RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE>>, 2005; 2005 (1): 247-300 [http://hdl.handle.net/10807/8938]

L'IMPUTABILITÀ, IL VIZIO DI MENTE E I DISTURBI DI PERSONALITÀ

Centonze, Francesco
2005

Abstract

L’articolo affronta il rilievo che assumono, all’interno della disciplina penalistica, i disturbi della personalità e la capacità di questi ultimi di incidere sull’imputabilità del soggetto agente. Il punto di partenza è rappresentato dalla sentenza della sentenza delle Sezioni Unite sul caso Raso, nella quale la Corte ha affermato che i disturbi della personalità possono costituire una causa idonea ad escludere o far grandemente scemare la capacità di intendere e di volere dell’agente. Nello studio si condivide l’impostazione delle Sezioni Unite e si sostiene la necessità di un interrotto e costante processo di recepimento, da parte della giustizia penale, delle più recenti acquisizioni nel panorama psichiatrico. D’altra parte, la tendenza attuale è quella di considerare la malattia mentale in una “versione integrata” che tenga conto di tutte le variabili biologiche, psicologiche, sociali, relazionali, che, nel singolo caso e con peso diverso, possono avere un ruolo determinante nel produrre una condizione di sofferenza psichica. Il saggio affronta poi il problema dell’accertamento, nel processo penale, sia della sussistenza al momento del fatto dell’infermità, sia della effettiva incidenza del disturbo sulla capacità di intendere e di volere, sia, infine, del nesso eziologico tra disturbo mentale e fatto di reato.
2005
Italiano
Centonze, F., L'IMPUTABILITÀ, IL VIZIO DI MENTE E I DISTURBI DI PERSONALITÀ, <<RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE>>, 2005; 2005 (1): 247-300 [http://hdl.handle.net/10807/8938]
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