FORMAZIONE A DISTANZA: LA DIMENSIONE INTERATTIVA DELL’APPRENDIMENTO FABIANA GATTI, DELUCA PAOLA, ALESSANDRO VIMERCATI Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Introduzione: Il concetto di “educazione permanente” si riferisce a un processo continuo che trova attuazione ottimale nelle risorse offerte dalle nuove tecnologie per la comunicazione e, in particolare, Internet; esse hanno determinato la possibilità di accedere a percorsi formativi superando i vincoli spazio-temporali. I sistemi di Formazione a Distanza (FaD) di 3° generazione (l’online education), sottolineano la natura “collaborativa” della Rete, in cui l’apprendimento, caratterizzato da un alto livello di interattività tra gli attori, si propone anche a distanza innanzitutto come processo sociale. La FaD, infatti, è organizzata in classi virtuali, ad indicare sia l’insieme dei soggetti interagenti sia lo spazio virtuale nel quale interagiscono. Si creano così “comunità di apprendimento”, in cui ciascuno contribuisce alla costruzione del sapere nell’interazione. Le NT, infatti, recuperano alcune dimensioni fondamentali legate alla “presenza sociale” permettendo di ricreare ambienti emotivamente stimolanti; la rete affianca all’interazione uno-molti e uno-uno, l’interazione molti-molti. Tutto questo determina anche cambiamenti nei processi di valutazione: occorre studiare l’interazione tra i partecipanti attraverso alcuni indicatori connessi alla socialità del processo (interazioni tra i diversi soggetti coinvolti, grado di partecipazione di ciascuno ecc.), in quanto variabili che influenzano la costruzione collaborativa della conoscenza. Date queste premesse, sono state analizzate le produzioni testuali (chat e forum) di studenti, tutor e docenti all’interno di corsi di laurea a distanza attivati dall’Università Cattolica negli a.a.2001-2003. Due gli obiettivi di questo lavoro: osservare le ricadute della CMC sul processo di apprendimento, sul tipo di interazioni messe in atto e sui ruoli agiti; cercare di trovare strumenti di produzione e analisi dei dati adeguati al contesto di FaD. Metodo: Il corpus testuale (312 chat e 156 messaggi dei forum) è stato analizzato con il software Atlas.ti 4.2, per la rilevazione di aspetti quali-quantitativi. Lo studio ha comportato la costruzione di una “griglia di lettura” (19 categorie emerse dalla lettura del corpus ad opera di 4 giudici indipendenti); codifica dei testi; analisi degli incroci tra codici significativi. Risultati: Le chat si caratterizzano come ambienti di comunicazione informale, in cui si apprende attraverso lo scambio interpersonale (peer tutoring) e in modo facilitato grazie ai legami sociali, non più basati su parametri classici (età, provenienza geografica...) ma su aspetti resi salienti dalle reti (grado di partecipazione alle attività online, di interesse ecc.) che determinano un senso di appartenenza a comunità di pratiche. Gli studenti, inoltre, hanno la necessità di “arredare” e categorizzare lo spazio virtuale in cui entrano, ponendosi domande sulla situazione in corso e formulando ipotesi: questo dimostra che la tecnologia non è ancora trasparente, come evidenziato da molteplici riferimenti a problemi legati all’utilizzo dell’interfaccia. La chat è un utile strumento didattico (l’attività fondamentale è porre domande) e organizzativo; di fatto, il rapporto tra interventi degli studenti e dei docenti mostra che questi ultimi sono i veri animatori delle discussioni on line. Emerge, inoltre, il ruolo complesso e variegato dei docenti (didattico, organizzativo e di socializzazione), rispetto a quello più passivo degli studenti: i fattori preponderanti per la riuscita delle interazioni risultano essere la personalità dei moderatori (rinuncia al proprio “status” di insegnanti in favore di un rapporto più paritetico con gli allievi) e la motivazione personale di questi ultimi. Rispetto alle chat, i forum mostrano una partecipazione inferiore, ma mirata e meno dispersiva: il messaggio asincrono è più “meditato”, come dimostra anche l’uso del registro formale. I rapporti all’interno della classe virtuale sono ancora relativamente gerarchizzati (i docenti sono i dispensatori delle conoscenze e gli studenti i fruitori di esse). La comunicazione infine è piuttosto frammentaria, con prevalenza di messaggi isolati, che non si inseriscono in un thread precedente e non danno origine a messaggi successivi. Conclusioni: I fenomeni psicosociali individuati hanno coinvolto due aspetti fondamentali: virtualità e identità. La prima va intesa come nuova situazione in cui comunicare, più importante del luogo fisico in cui si trovano i soggetti (comunque sempre presente, evitando l’“estraniazione”) e in cui la socialità rimane centrale per l’apprendimento e per la definizione della situazione in corso (il bisogno di identificare gli altri, di categorizzare la realtà servendosi delle norme sociali di riferimento). L’aspetto dell’identità è legato allo sviluppo e messa in atto delle diverse concezioni di sé in rete: nel corso delle interazioni i soggetti sono sensibili al contesto in cui si trovano, rimettendosi continuamente in gioco e “sperimentando” alcuni modelli di sé possibili. Bibliografia: Calvani A., Rotta M., (2000), Fare formazione in internet, Erickson, Trento. Galimberti C., Riva G., (a cura di), (1997), La comunicazione virtuale, Guerini e Associati, Milano. Gatti F.,Grassi M., (2002), Per una virtuosa aula virtuale…, in Comunicazioni Sociali, XXIV, n°1, pag. 124-128. Jonassen, Peck e Wilson, (1999), Learning with Technology, Prentice Hall, New Jersey, pag. 116-118. Nipper S., (1989), Third generation distance learning and computer conferencing, in Mason R.D. e Kaye A. R., (a cura di), Mindweawe: Communication, computers and distance education, Pergamon Press, Oxford, UK. Trentin G., (2001), Dalla formazione a distanza all’apprendimento in rete, F.Angeli, Milano.

Gatti, F. M., Grassi, M., De Luca, P., Vimercati, A., Formazione a distanza: la dimensione interattiva dell'apprendimento., Poster, in Atti del convegno, (Bari, 26-27 September 2003), AIP, Bari 2003: 372-374 [http://hdl.handle.net/10807/8887]

Formazione a distanza: la dimensione interattiva dell'apprendimento.

Gatti, Fabiana Maria;Grassi, Maddalena;De Luca, Paola;
2003

Abstract

FORMAZIONE A DISTANZA: LA DIMENSIONE INTERATTIVA DELL’APPRENDIMENTO FABIANA GATTI, DELUCA PAOLA, ALESSANDRO VIMERCATI Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Introduzione: Il concetto di “educazione permanente” si riferisce a un processo continuo che trova attuazione ottimale nelle risorse offerte dalle nuove tecnologie per la comunicazione e, in particolare, Internet; esse hanno determinato la possibilità di accedere a percorsi formativi superando i vincoli spazio-temporali. I sistemi di Formazione a Distanza (FaD) di 3° generazione (l’online education), sottolineano la natura “collaborativa” della Rete, in cui l’apprendimento, caratterizzato da un alto livello di interattività tra gli attori, si propone anche a distanza innanzitutto come processo sociale. La FaD, infatti, è organizzata in classi virtuali, ad indicare sia l’insieme dei soggetti interagenti sia lo spazio virtuale nel quale interagiscono. Si creano così “comunità di apprendimento”, in cui ciascuno contribuisce alla costruzione del sapere nell’interazione. Le NT, infatti, recuperano alcune dimensioni fondamentali legate alla “presenza sociale” permettendo di ricreare ambienti emotivamente stimolanti; la rete affianca all’interazione uno-molti e uno-uno, l’interazione molti-molti. Tutto questo determina anche cambiamenti nei processi di valutazione: occorre studiare l’interazione tra i partecipanti attraverso alcuni indicatori connessi alla socialità del processo (interazioni tra i diversi soggetti coinvolti, grado di partecipazione di ciascuno ecc.), in quanto variabili che influenzano la costruzione collaborativa della conoscenza. Date queste premesse, sono state analizzate le produzioni testuali (chat e forum) di studenti, tutor e docenti all’interno di corsi di laurea a distanza attivati dall’Università Cattolica negli a.a.2001-2003. Due gli obiettivi di questo lavoro: osservare le ricadute della CMC sul processo di apprendimento, sul tipo di interazioni messe in atto e sui ruoli agiti; cercare di trovare strumenti di produzione e analisi dei dati adeguati al contesto di FaD. Metodo: Il corpus testuale (312 chat e 156 messaggi dei forum) è stato analizzato con il software Atlas.ti 4.2, per la rilevazione di aspetti quali-quantitativi. Lo studio ha comportato la costruzione di una “griglia di lettura” (19 categorie emerse dalla lettura del corpus ad opera di 4 giudici indipendenti); codifica dei testi; analisi degli incroci tra codici significativi. Risultati: Le chat si caratterizzano come ambienti di comunicazione informale, in cui si apprende attraverso lo scambio interpersonale (peer tutoring) e in modo facilitato grazie ai legami sociali, non più basati su parametri classici (età, provenienza geografica...) ma su aspetti resi salienti dalle reti (grado di partecipazione alle attività online, di interesse ecc.) che determinano un senso di appartenenza a comunità di pratiche. Gli studenti, inoltre, hanno la necessità di “arredare” e categorizzare lo spazio virtuale in cui entrano, ponendosi domande sulla situazione in corso e formulando ipotesi: questo dimostra che la tecnologia non è ancora trasparente, come evidenziato da molteplici riferimenti a problemi legati all’utilizzo dell’interfaccia. La chat è un utile strumento didattico (l’attività fondamentale è porre domande) e organizzativo; di fatto, il rapporto tra interventi degli studenti e dei docenti mostra che questi ultimi sono i veri animatori delle discussioni on line. Emerge, inoltre, il ruolo complesso e variegato dei docenti (didattico, organizzativo e di socializzazione), rispetto a quello più passivo degli studenti: i fattori preponderanti per la riuscita delle interazioni risultano essere la personalità dei moderatori (rinuncia al proprio “status” di insegnanti in favore di un rapporto più paritetico con gli allievi) e la motivazione personale di questi ultimi. Rispetto alle chat, i forum mostrano una partecipazione inferiore, ma mirata e meno dispersiva: il messaggio asincrono è più “meditato”, come dimostra anche l’uso del registro formale. I rapporti all’interno della classe virtuale sono ancora relativamente gerarchizzati (i docenti sono i dispensatori delle conoscenze e gli studenti i fruitori di esse). La comunicazione infine è piuttosto frammentaria, con prevalenza di messaggi isolati, che non si inseriscono in un thread precedente e non danno origine a messaggi successivi. Conclusioni: I fenomeni psicosociali individuati hanno coinvolto due aspetti fondamentali: virtualità e identità. La prima va intesa come nuova situazione in cui comunicare, più importante del luogo fisico in cui si trovano i soggetti (comunque sempre presente, evitando l’“estraniazione”) e in cui la socialità rimane centrale per l’apprendimento e per la definizione della situazione in corso (il bisogno di identificare gli altri, di categorizzare la realtà servendosi delle norme sociali di riferimento). L’aspetto dell’identità è legato allo sviluppo e messa in atto delle diverse concezioni di sé in rete: nel corso delle interazioni i soggetti sono sensibili al contesto in cui si trovano, rimettendosi continuamente in gioco e “sperimentando” alcuni modelli di sé possibili. Bibliografia: Calvani A., Rotta M., (2000), Fare formazione in internet, Erickson, Trento. Galimberti C., Riva G., (a cura di), (1997), La comunicazione virtuale, Guerini e Associati, Milano. Gatti F.,Grassi M., (2002), Per una virtuosa aula virtuale…, in Comunicazioni Sociali, XXIV, n°1, pag. 124-128. Jonassen, Peck e Wilson, (1999), Learning with Technology, Prentice Hall, New Jersey, pag. 116-118. Nipper S., (1989), Third generation distance learning and computer conferencing, in Mason R.D. e Kaye A. R., (a cura di), Mindweawe: Communication, computers and distance education, Pergamon Press, Oxford, UK. Trentin G., (2001), Dalla formazione a distanza all’apprendimento in rete, F.Angeli, Milano.
2003
Italiano
Atti del convegno
V Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sociale
Bari
Poster
26-set-2003
27-set-2003
Gatti, F. M., Grassi, M., De Luca, P., Vimercati, A., Formazione a distanza: la dimensione interattiva dell'apprendimento., Poster, in Atti del convegno, (Bari, 26-27 September 2003), AIP, Bari 2003: 372-374 [http://hdl.handle.net/10807/8887]
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