Nel codice ambrosiano D 465 inf., già appartenuto a Gian Vincenzo Pinelli, si trova uno dei testimoni in lingua originale del "Donat proensal", insieme a due traduzioni italiane che risalgono al XVI secolo, e sono di autore ignoto. Le due traduzioni sono tuttora inedite. L'articolo mette a confronto i tre testi per cercare di stabilire un rapporto reciproco: è probabile che una delle due traduzioni derivi da un subarchetipo (delta) dal quale discende anche l'originale, mentre la seconda traduzione deriverebbe dall'originale che si trova nella biblioteca ambrosiana, anche se, molto probabilmente, il secondo traduttore ha sott'occhio anche la prima traduzione.
Gresti, P., Quelques remarques sur les traductions du "Donat proensal" dans le ms. D 465 inf. de la Bibliothèque Ambrosiana de Milan, <<REVUE DES LANGUES ROMANES>>, 1; 2016 (120): 205-214 [http://hdl.handle.net/10807/85941]
Quelques remarques sur les traductions du "Donat proensal" dans le ms. D 465 inf. de la Bibliothèque Ambrosiana de Milan
Gresti, Paolo
2016
Abstract
Nel codice ambrosiano D 465 inf., già appartenuto a Gian Vincenzo Pinelli, si trova uno dei testimoni in lingua originale del "Donat proensal", insieme a due traduzioni italiane che risalgono al XVI secolo, e sono di autore ignoto. Le due traduzioni sono tuttora inedite. L'articolo mette a confronto i tre testi per cercare di stabilire un rapporto reciproco: è probabile che una delle due traduzioni derivi da un subarchetipo (delta) dal quale discende anche l'originale, mentre la seconda traduzione deriverebbe dall'originale che si trova nella biblioteca ambrosiana, anche se, molto probabilmente, il secondo traduttore ha sott'occhio anche la prima traduzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.