Fra il secondo quarto del XIX la prima metà del XX secolo, con la capillare diffusione lungo tutto il centro-nord italiano della prassi “estrattista”, diversi capolavori su muro del Rinascimento e del Seicento prima, del Medioevo e del Settecento poi, furono strappati o staccati dalla loro collocazione originaria per essere immessi sul mercato antiquario nazionale, ma anche, in innumeri casi, internazionale. Se già infatti nel XVIII secolo alcuni affreschi di mano di Giulio Romano già in Palazzo Ducale a Mantova finirono a Vienna, così come due frammenti di Domenico Panetti in Inghilterra, sì in quanto meraviglie dell'arte, ma soprattutto della tecnica inventata dal ferrarese Antonio Contri, il primo “rilevatore di pitture dai muri”, il primo a sperimentare il trasporto dal muro alla tela, nel secolo seguente un numero imprecisato e assai più copioso di pitture murali lasciarono per sempre l'Italia alimentando la dispersione e l’impoverimento del patrimonio pittorico italiano.
Ciancabilla, L., Per un'indagine sulla fortuna collezionistica degli affreschi italiani (strappati e staccati) in Europa e negli Stati Uniti, in La cultura del restauro. Modelli di ricezione per la museologia e la storia dell'arte, (Roma, 18-20 April 2013), Campisano, Roma 2014: 209-219 [http://hdl.handle.net/10807/78574]
Per un'indagine sulla fortuna collezionistica degli affreschi italiani (strappati e staccati) in Europa e negli Stati Uniti
Ciancabilla, Luca
2014
Abstract
Fra il secondo quarto del XIX la prima metà del XX secolo, con la capillare diffusione lungo tutto il centro-nord italiano della prassi “estrattista”, diversi capolavori su muro del Rinascimento e del Seicento prima, del Medioevo e del Settecento poi, furono strappati o staccati dalla loro collocazione originaria per essere immessi sul mercato antiquario nazionale, ma anche, in innumeri casi, internazionale. Se già infatti nel XVIII secolo alcuni affreschi di mano di Giulio Romano già in Palazzo Ducale a Mantova finirono a Vienna, così come due frammenti di Domenico Panetti in Inghilterra, sì in quanto meraviglie dell'arte, ma soprattutto della tecnica inventata dal ferrarese Antonio Contri, il primo “rilevatore di pitture dai muri”, il primo a sperimentare il trasporto dal muro alla tela, nel secolo seguente un numero imprecisato e assai più copioso di pitture murali lasciarono per sempre l'Italia alimentando la dispersione e l’impoverimento del patrimonio pittorico italiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.