Bere in discoteca, in un pub o in una piazza ha lo stesso significato e lo stesso valore? La letteratura internazionale, specialmente Anglosassone (si veda, ad esempio, Van Wersch e Walker, 2009), mostra alcune differenze nelle modalità del bere da parte dei giovani legate al contesto in cui avviene. I contesti all'interno dei quali l'alcol viene consumato, in quanto contesti sociali, portano con sé un set di regole e norme che definiscono come e quanto è appropriato bere, così come sottendono differenti motivazioni per bere. Se le discoteche sono spesso associate a maggiori rischi e a consumi più elevati, poco ancora si sa di come cambino le modalità di consumo di alcolici ed i significati ad esso attribuiti in altri e diversi contesti. Questo è particolarmente vero rispetto ai giovani Italiani che, a differenza dei coetanei Anglosassoni, appartengono alle cosiddette "culture della non-intossicazione" dove la prevalenza dell'abuso di alcolici è più bassa (Järvinen e Room, 2007). Il presente contributo cerca di rispondere a questi interrogativi riportando i risultati di due ricerche qualitative. La prima, basata sulla Grounded Theory, ha visto giovani tra i 18 ed i 29 anni discutere in gruppo sul tema del consumo dell’alcol nei contesti del divertimento notturno. Dalle parole dei giovani emerge la presenza di tre differenti contesti del consumo di alcolici - pub, discoteche e celebrazioni di eventi - con valenze e significati profondamente diversi in cui l’alcol viene utilizzato strategicamente per ottenere gli scopi desiderati: da un semplice accompagnamento alla conversazione con gli amici, fino a strumento di disinibizione grazie alle sue proprietà psicoattive. Superando descrizioni che enfatizzano l’idea che i giovani ricerchino esclusivamente l'ubriacatura, la ricerca qui presentata coglie il significato del bere come evento sociale. Da questo punto di vista, il contributo descrive in modo approfondito il processo di raggiungimento e mantenimento, insieme al gruppo di pari, di un “punto giusto” di ebbrezza alcolica che ne massimizza i benefici percepiti e ne minimizza gli effetti negativi per l’individuo (ad esempio, il sentirsi male). Una forma di consumo che fa pensare ad una “disinibizione controllata” piuttosto che ad una totale perdita di freni inibitori. Il secondo studio è una ricerca etnografica volta a sondare i significati e le funzioni del bere in uno dei contesti emergenti del bere giovanile, i quartieri ad alta concentrazione di locali notturni o i cosiddetti quartieri della movida. Si tratta sostanzialmente di aree urbane in cui un gran numero di giovani passano la serata prevalentemente all'aperto nelle strade o nelle piazze. L'Italia, con i suoi centri storici e un clima favorevole, sembra essere particolarmente toccata dal fenomeno ed esempi di questo tipo si ritrovano in molte città del nostro Paese. La ricerca è stata realizzata attraverso osservazioni del territorio, e con interviste e osservazioni partecipanti compiute durante serate trascorse con frequentatori notturni della zona. La realtà dell’area descritta - uno storico quartiere milanese - si è rivelata decisamente complessa e articolata, connotata dalla convivenza di modalità molto diverse, se non opposte, di utilizzo dello spazio. Da una parte, una piazza monumentale che accoglie un gran numero di giovani in cerca di un luogo inclusivo ed un'atmosfera informale, dove i vincoli e le regole lasse favoriscono la spontaneità nella fruizione del luogo e la partecipazione ad uno "spirito" della piazza, dall'altra un vicolo stretto e buio, dove si trovano locali notturni improntati alla vendita di grandi quantità di alcolici a basso prezzo dove si cerca più un divertimento basato sul bere massiccio, anche associato al consumo di sostanze illecite. Il lavoro si chiude con la considerazione delle ricadute operative dei dati prodotti e con la proposta di alcuni interventi ancorati alle modalità in cui il bere si configura e assume significato all’interno dei diversi contesti notturni descritti.
Aresi, G. U., Marta, E., Stasera ci vediamo alle “Colonne”? Significati e valenze dell’uso di alcool nel divertimento notturno dei giovani, Abstract de <<Le bevande alcoliche: evidenze, esperienze, criticità e prospettive per programmare un futuro in salute. Le Radici del Vino si interrogano su alcol e salute>>, (San Giorgio della Richinvelda (PN), 09-09 September 2015 ), <<ALCOLOGIA>>, 2015; (24): 47-48 [http://hdl.handle.net/10807/78046]
Stasera ci vediamo alle “Colonne”? Significati e valenze dell’uso di alcool nel divertimento notturno dei giovani
Aresi, Giovanni UmbertoPrimo
;Marta, ElenaUltimo
2015
Abstract
Bere in discoteca, in un pub o in una piazza ha lo stesso significato e lo stesso valore? La letteratura internazionale, specialmente Anglosassone (si veda, ad esempio, Van Wersch e Walker, 2009), mostra alcune differenze nelle modalità del bere da parte dei giovani legate al contesto in cui avviene. I contesti all'interno dei quali l'alcol viene consumato, in quanto contesti sociali, portano con sé un set di regole e norme che definiscono come e quanto è appropriato bere, così come sottendono differenti motivazioni per bere. Se le discoteche sono spesso associate a maggiori rischi e a consumi più elevati, poco ancora si sa di come cambino le modalità di consumo di alcolici ed i significati ad esso attribuiti in altri e diversi contesti. Questo è particolarmente vero rispetto ai giovani Italiani che, a differenza dei coetanei Anglosassoni, appartengono alle cosiddette "culture della non-intossicazione" dove la prevalenza dell'abuso di alcolici è più bassa (Järvinen e Room, 2007). Il presente contributo cerca di rispondere a questi interrogativi riportando i risultati di due ricerche qualitative. La prima, basata sulla Grounded Theory, ha visto giovani tra i 18 ed i 29 anni discutere in gruppo sul tema del consumo dell’alcol nei contesti del divertimento notturno. Dalle parole dei giovani emerge la presenza di tre differenti contesti del consumo di alcolici - pub, discoteche e celebrazioni di eventi - con valenze e significati profondamente diversi in cui l’alcol viene utilizzato strategicamente per ottenere gli scopi desiderati: da un semplice accompagnamento alla conversazione con gli amici, fino a strumento di disinibizione grazie alle sue proprietà psicoattive. Superando descrizioni che enfatizzano l’idea che i giovani ricerchino esclusivamente l'ubriacatura, la ricerca qui presentata coglie il significato del bere come evento sociale. Da questo punto di vista, il contributo descrive in modo approfondito il processo di raggiungimento e mantenimento, insieme al gruppo di pari, di un “punto giusto” di ebbrezza alcolica che ne massimizza i benefici percepiti e ne minimizza gli effetti negativi per l’individuo (ad esempio, il sentirsi male). Una forma di consumo che fa pensare ad una “disinibizione controllata” piuttosto che ad una totale perdita di freni inibitori. Il secondo studio è una ricerca etnografica volta a sondare i significati e le funzioni del bere in uno dei contesti emergenti del bere giovanile, i quartieri ad alta concentrazione di locali notturni o i cosiddetti quartieri della movida. Si tratta sostanzialmente di aree urbane in cui un gran numero di giovani passano la serata prevalentemente all'aperto nelle strade o nelle piazze. L'Italia, con i suoi centri storici e un clima favorevole, sembra essere particolarmente toccata dal fenomeno ed esempi di questo tipo si ritrovano in molte città del nostro Paese. La ricerca è stata realizzata attraverso osservazioni del territorio, e con interviste e osservazioni partecipanti compiute durante serate trascorse con frequentatori notturni della zona. La realtà dell’area descritta - uno storico quartiere milanese - si è rivelata decisamente complessa e articolata, connotata dalla convivenza di modalità molto diverse, se non opposte, di utilizzo dello spazio. Da una parte, una piazza monumentale che accoglie un gran numero di giovani in cerca di un luogo inclusivo ed un'atmosfera informale, dove i vincoli e le regole lasse favoriscono la spontaneità nella fruizione del luogo e la partecipazione ad uno "spirito" della piazza, dall'altra un vicolo stretto e buio, dove si trovano locali notturni improntati alla vendita di grandi quantità di alcolici a basso prezzo dove si cerca più un divertimento basato sul bere massiccio, anche associato al consumo di sostanze illecite. Il lavoro si chiude con la considerazione delle ricadute operative dei dati prodotti e con la proposta di alcuni interventi ancorati alle modalità in cui il bere si configura e assume significato all’interno dei diversi contesti notturni descritti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.