Molteplici studi dimostrano che la propensione al perdono favorisce il benessere delle vittime che a sua volta comporta ripercussioni positive sulla tendenza a perdonare. Le evidenze a sostengo di questi nessi di influenza reciproca riguardano tuttavia lassi temporali perlopiù limitati. McNulty e colleghi (2008; 2011) hanno inoltre recentemente messo in dubbio gli effetti benefici del perdono, riscontrando attraverso studi sperimentali e longitudinali che il perdono riduce il rispetto di sé, la chiarezza del concetto di sé e la soddisfazione matrimoniale qualora venga concesso a partner che sono poco accomodanti, non si scusano, né cercano di rimediare alle offese commesse. L’obiettivo di questo lavoro è verificare gli effetti reciproci a lungo termine del perdono coniugale e del benessere individuale e relazionale, nonché il ruolo moderatore eventualmente svolto dalla tendenza del partner a pentirsi e chiedere scusa per le offese commesse. 62 coppie sposate hanno compilato per due volte, a distanza di 10 anni l’una dall’altra, un questionario finalizzato a rilevare: la tendenza a perdonare il coniuge, alcuni indicatori di benessere individuale (la presenza di sintomi depressivi, l’autostima e la soddisfazione per la vita) e benessere relazionale (la qualità del rapporto coniugale e il suo grado di intimità), la percezione della tendenza da parte del partner a pentirsi e chiedere scusa per le offese arrecate. I dati, analizzati mediante modelli di equazioni strutturali evidenziano che, mentre per i mariti non sussistono effetti significativi a lungo termine, per le mogli è il perdono ad influire a 10 anni di distanza sul benessere individuale e relazionale, e non viceversa. Tali effetti risultano principalmente dovuti alla notevole stabilità che la propensione a perdonare il coniuge manifesta nel tempo e sono più pronunciati nel caso in cui le mogli siano sposate a uomini che a loro avviso sono poco inclini a pentirsi e chiedere scusa.
Paleari, F. G., Pelucchi, S., Regalia, C., GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DEL PERDONO CONIUGALE E IL RUOLO MODERATORE DELLE SCUSE PROFFERTE, Abstract de <<Congresso di Psicologia Sociale e delle Organizzazioni>>, (PADOVA -- ITA, 25-28 May 2016 ), CopyLogos, PADOVA -- ITA 2013: 75-75 [http://hdl.handle.net/10807/76861]
GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DEL PERDONO CONIUGALE E IL RUOLO MODERATORE DELLE SCUSE PROFFERTE
Paleari, Francesca GiorgiaPrimo
;Pelucchi, SaraSecondo
;Regalia, CamilloUltimo
2013
Abstract
Molteplici studi dimostrano che la propensione al perdono favorisce il benessere delle vittime che a sua volta comporta ripercussioni positive sulla tendenza a perdonare. Le evidenze a sostengo di questi nessi di influenza reciproca riguardano tuttavia lassi temporali perlopiù limitati. McNulty e colleghi (2008; 2011) hanno inoltre recentemente messo in dubbio gli effetti benefici del perdono, riscontrando attraverso studi sperimentali e longitudinali che il perdono riduce il rispetto di sé, la chiarezza del concetto di sé e la soddisfazione matrimoniale qualora venga concesso a partner che sono poco accomodanti, non si scusano, né cercano di rimediare alle offese commesse. L’obiettivo di questo lavoro è verificare gli effetti reciproci a lungo termine del perdono coniugale e del benessere individuale e relazionale, nonché il ruolo moderatore eventualmente svolto dalla tendenza del partner a pentirsi e chiedere scusa per le offese commesse. 62 coppie sposate hanno compilato per due volte, a distanza di 10 anni l’una dall’altra, un questionario finalizzato a rilevare: la tendenza a perdonare il coniuge, alcuni indicatori di benessere individuale (la presenza di sintomi depressivi, l’autostima e la soddisfazione per la vita) e benessere relazionale (la qualità del rapporto coniugale e il suo grado di intimità), la percezione della tendenza da parte del partner a pentirsi e chiedere scusa per le offese arrecate. I dati, analizzati mediante modelli di equazioni strutturali evidenziano che, mentre per i mariti non sussistono effetti significativi a lungo termine, per le mogli è il perdono ad influire a 10 anni di distanza sul benessere individuale e relazionale, e non viceversa. Tali effetti risultano principalmente dovuti alla notevole stabilità che la propensione a perdonare il coniuge manifesta nel tempo e sono più pronunciati nel caso in cui le mogli siano sposate a uomini che a loro avviso sono poco inclini a pentirsi e chiedere scusa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.