Il personaggio dall’abito di penne più famoso dell’opera è sicuramente l’uccellatore Papageno del Flauto Magico di Mozart (1791). Egli non è però che il testimone più visibile di un uso iniziato già da tempo. La tradizione di rivestire di piume alcuni personaggi era infatti antica e si riscontra con sempre maggior frequenza man mano che ci si inoltra nel corso del Cinquecento. Ad esempio, a Firenze nel 1589 Bernardo Buontalenti intendeva ornare di penne alcuni dei costumi –in particolare quelli delle sirene- degli intermezzi della Pellegrina; nel 1599 a Stuttgart degli indios vestiti di penne sfilarono alla processione detta “della Regina d’America”; e, ancora a Firenze, nel 1616 Giulio Parigi aveva vestito di penne alcuni personaggi della Guerra d’amore. La tradizione di realizzare costumi piumati proseguì nei secoli successivi, fino a raggiungere il Papageno di Mozart. Il presente intervento intende occuparsi dell'uso delle penne nei costume teatrali. Dopo aver esaminato il valore culturale delle penne nella tradizione europea, verrà preso in considerazione l’impatto della scoperta dell’America e il modo in cui l’ars plumaria del nuovo continente intervenne a integrare/modificare la percezione di questo materiale. La presenza di un costume adorno di penne tende a caratterizzare alcuni tipi di personaggi e questo avviene a causa di precise motivazioni storiche. Verrà inoltre affrontata la questione del materiale effettivamente utilizzato perché spesso, invece di penne vere, i costumi erano realizzati con finte penne in cartapesta –come avvenne ad esempio nella prima citata Pellegrina.

Gallori, C. T., Penne a teatro, dal Rinascimento a Papageno, in Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900, (Venezia, Fondazione Cini, 29-March 01-April 2012), Fondazione Giorgio Cini, Venezia 2014: 13-27 [http://hdl.handle.net/10807/75017]

Penne a teatro, dal Rinascimento a Papageno

Gallori, Corinna Tania
Primo
2014

Abstract

Il personaggio dall’abito di penne più famoso dell’opera è sicuramente l’uccellatore Papageno del Flauto Magico di Mozart (1791). Egli non è però che il testimone più visibile di un uso iniziato già da tempo. La tradizione di rivestire di piume alcuni personaggi era infatti antica e si riscontra con sempre maggior frequenza man mano che ci si inoltra nel corso del Cinquecento. Ad esempio, a Firenze nel 1589 Bernardo Buontalenti intendeva ornare di penne alcuni dei costumi –in particolare quelli delle sirene- degli intermezzi della Pellegrina; nel 1599 a Stuttgart degli indios vestiti di penne sfilarono alla processione detta “della Regina d’America”; e, ancora a Firenze, nel 1616 Giulio Parigi aveva vestito di penne alcuni personaggi della Guerra d’amore. La tradizione di realizzare costumi piumati proseguì nei secoli successivi, fino a raggiungere il Papageno di Mozart. Il presente intervento intende occuparsi dell'uso delle penne nei costume teatrali. Dopo aver esaminato il valore culturale delle penne nella tradizione europea, verrà preso in considerazione l’impatto della scoperta dell’America e il modo in cui l’ars plumaria del nuovo continente intervenne a integrare/modificare la percezione di questo materiale. La presenza di un costume adorno di penne tende a caratterizzare alcuni tipi di personaggi e questo avviene a causa di precise motivazioni storiche. Verrà inoltre affrontata la questione del materiale effettivamente utilizzato perché spesso, invece di penne vere, i costumi erano realizzati con finte penne in cartapesta –come avvenne ad esempio nella prima citata Pellegrina.
2014
Italiano
Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900
Convegno internazionale di studi
Venezia, Fondazione Cini
29-mar-2012
1-apr-2012
9788896445044
Fondazione Giorgio Cini
Gallori, C. T., Penne a teatro, dal Rinascimento a Papageno, in Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900, (Venezia, Fondazione Cini, 29-March 01-April 2012), Fondazione Giorgio Cini, Venezia 2014: 13-27 [http://hdl.handle.net/10807/75017]
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