All’indomani della canonizzazione, il sepolcro di san Carlo si confermò meta di una esuberante devozione, con le prevedibili ricadute economiche associate alle offerte in denaro e preziosi. Proprio in seguito ai contrasti che opposero la veneranda Fabbrica del Duomo al capitolo metropolitano in merito alle oblationes, nel 1622 Federico Borromeo provvide ad erigere la Congregazione dello Scurolo di san Carlo. La commissione, alla quale il presule conferì un razionale assetto burocratico, con adeguato corredo normativo, fu preposta alla cura e all’abbellimento del sacello carolino: sebbene responsabile di alcune tra le più monumentali imprese artistiche dedicate a san Carlo nell’età del Barocco (in primis, i più tardi ‘teleri’, da esporre in Duomo, consacrati alle «storie» del Borromeo), è stata fino ad oggi trascurata dalla storiografia. Inserita, invece, in un più ampio contesto e in una cornice istituzionale meglio articolata, si propone come un insospettabile case study, che offre il destro per riflettere su alcuni snodi chiave della vita religiosa, socio-politica e culturale nella Milano del Seicento. Ne escono, pertanto, ridimensionate griglie interpretative ormai logore, trovano conferma alcune ipotesi di ricerca formulate negli ultimi decenni e acquistano nuova luce tematiche fino ad oggi alquanto marginalizzate.
Albuzzi, A., La Congregazione dello Scurolo di san Carlo. “Recta administratio” e promozione del culto tra decoro artistico e devozione, in Carlo Borromeo e il cattolicesimo dell’età moderna. Nascita e fortuna di un modello di santità, Atti delle giornate di studio, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 25-27 novembre, (Milano, Biblioteca Ambrosiana, 25-27 November 2010), Bulzoni Editore, Roma 2011: 417-455 [http://hdl.handle.net/10807/6972]
La Congregazione dello Scurolo di san Carlo. “Recta administratio” e promozione del culto tra decoro artistico e devozione
Albuzzi, Annalisa
2011
Abstract
All’indomani della canonizzazione, il sepolcro di san Carlo si confermò meta di una esuberante devozione, con le prevedibili ricadute economiche associate alle offerte in denaro e preziosi. Proprio in seguito ai contrasti che opposero la veneranda Fabbrica del Duomo al capitolo metropolitano in merito alle oblationes, nel 1622 Federico Borromeo provvide ad erigere la Congregazione dello Scurolo di san Carlo. La commissione, alla quale il presule conferì un razionale assetto burocratico, con adeguato corredo normativo, fu preposta alla cura e all’abbellimento del sacello carolino: sebbene responsabile di alcune tra le più monumentali imprese artistiche dedicate a san Carlo nell’età del Barocco (in primis, i più tardi ‘teleri’, da esporre in Duomo, consacrati alle «storie» del Borromeo), è stata fino ad oggi trascurata dalla storiografia. Inserita, invece, in un più ampio contesto e in una cornice istituzionale meglio articolata, si propone come un insospettabile case study, che offre il destro per riflettere su alcuni snodi chiave della vita religiosa, socio-politica e culturale nella Milano del Seicento. Ne escono, pertanto, ridimensionate griglie interpretative ormai logore, trovano conferma alcune ipotesi di ricerca formulate negli ultimi decenni e acquistano nuova luce tematiche fino ad oggi alquanto marginalizzate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.