Nel dibattito sul cinema e sull'audiovisivo contemporanei una frontiera stimolante e anche un po' “alla moda” è quella della ricerca neuroscientifica, le cui parole chiave rimbalzano dalla saggistica alla stampa quotidiana, sostituendosi spesso a modelli teorico-interpretativi anteriori: si pensi al caso, non esente da criticità, della sostituzione delle estetiche classiche dell'empatia con una copia neuroscientifica modellata sulla teoria dei neuroni-specchio. La mia proposta vuole contribuire alla comprensione e definizione del rapporto che esiste da sempre tra la cultura del film e le scienze positive, offrendo un percorso storico-teorico che permetterà di isolare e valutare le ragioni di alcuni snodi fondamentali ancor oggi decisivi. Nel dettaglio, mi soffermerò su due tappe decisive: il positivismo storico, che si incarnerà nella figura esemplare di Ernst Mach, nel suo pensiero e in particolare nel suo approccio solo apparentemente ingenuo alla fotografia e al nascente cinematografo; e la filmologia classica, a tutt'oggi il progetto più maturo di definizione di un metodo positivo nello studio del cinema e dell'audiovisivo. Sarà alla luce di questa eredità, che potrò provare a costruire delle chiavi di lettura utili a comprendere - almeno parzialmente - lo statuto epistemologico dei dibattiti contemporanei, e modellate sulle nozioni di funzione e di metodo.
Locatelli, M., La scienza positiva, <<FATA MORGANA>>, 2015; IX (26): 99-109 [http://hdl.handle.net/10807/69183]
La scienza positiva
Locatelli, Massimo
2015
Abstract
Nel dibattito sul cinema e sull'audiovisivo contemporanei una frontiera stimolante e anche un po' “alla moda” è quella della ricerca neuroscientifica, le cui parole chiave rimbalzano dalla saggistica alla stampa quotidiana, sostituendosi spesso a modelli teorico-interpretativi anteriori: si pensi al caso, non esente da criticità, della sostituzione delle estetiche classiche dell'empatia con una copia neuroscientifica modellata sulla teoria dei neuroni-specchio. La mia proposta vuole contribuire alla comprensione e definizione del rapporto che esiste da sempre tra la cultura del film e le scienze positive, offrendo un percorso storico-teorico che permetterà di isolare e valutare le ragioni di alcuni snodi fondamentali ancor oggi decisivi. Nel dettaglio, mi soffermerò su due tappe decisive: il positivismo storico, che si incarnerà nella figura esemplare di Ernst Mach, nel suo pensiero e in particolare nel suo approccio solo apparentemente ingenuo alla fotografia e al nascente cinematografo; e la filmologia classica, a tutt'oggi il progetto più maturo di definizione di un metodo positivo nello studio del cinema e dell'audiovisivo. Sarà alla luce di questa eredità, che potrò provare a costruire delle chiavi di lettura utili a comprendere - almeno parzialmente - lo statuto epistemologico dei dibattiti contemporanei, e modellate sulle nozioni di funzione e di metodo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.