Questo scritto analizza tematiche collegate agli amministratori “indipendenti” e a quelli di minoranza nelle società quotate italiane. In materia di amministratori indipendenti, la pluralità di definizioni adottate in Italia ha generato problematiche superabili con alcuni semplici interventi normativi. In materia di voto di lista e amministratori di minoranza si discute se e come sia possibile, senza perdere caratteristiche importanti del sistema attuale, importare alcune regole desiderabili, di comune applicazione in paesi esteri finanziariamente evoluti, che prevedono: a) il coinvolgimento del CdA nella predisposizione delle candidature; b) il voto su singoli candidati anziché su liste chiuse; c) il vincolo che l’elezione di ogni amministratore richieda il consenso della maggioranza degli azionisti. Si mostra che il trapianto è possibile, con opportuni accorgimenti, per le prime due, mentre la terza presenta alcune controindicazioni e può comportare trade-offs che richiedono decisioni “politiche” e giudizi di valore.
Belcredi, M., Caprio, L., Amministratori indipendenti e amministratori di minoranza: stato dell’arte e proposte evolutive, <<QUADERNI GIURIDICI>>, 2015; (9): 19-52 [http://hdl.handle.net/10807/69130]
Amministratori indipendenti e amministratori di minoranza: stato dell’arte e proposte evolutive
Belcredi, Massimo;Caprio, Lorenzo
2015
Abstract
Questo scritto analizza tematiche collegate agli amministratori “indipendenti” e a quelli di minoranza nelle società quotate italiane. In materia di amministratori indipendenti, la pluralità di definizioni adottate in Italia ha generato problematiche superabili con alcuni semplici interventi normativi. In materia di voto di lista e amministratori di minoranza si discute se e come sia possibile, senza perdere caratteristiche importanti del sistema attuale, importare alcune regole desiderabili, di comune applicazione in paesi esteri finanziariamente evoluti, che prevedono: a) il coinvolgimento del CdA nella predisposizione delle candidature; b) il voto su singoli candidati anziché su liste chiuse; c) il vincolo che l’elezione di ogni amministratore richieda il consenso della maggioranza degli azionisti. Si mostra che il trapianto è possibile, con opportuni accorgimenti, per le prime due, mentre la terza presenta alcune controindicazioni e può comportare trade-offs che richiedono decisioni “politiche” e giudizi di valore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.