Intervenuta ad interpretare il punto 31 dell'allegato I della direttiva 2005/29/CE, concernente le pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori nel mercato interno, la Corte di Giustizia Europea rileva come i messaggi circa la vincita di premi per il cui ottenimento il vincitore debba sostenere un costo, ancorché minimo, violino il divieto di pratiche commerciali sleali. L’occasione offre, altresì, lo spunto per analizzare come la fattispecie in esame, recepita all’art. 26, lett. h) Cond. Cons., seppur formalmente sia ricompresa nell’elencazione delle pratiche commerciali in ogni caso aggressive, dovrebbe più correttamente essere ricondotta alla tipologia di pratiche ingannevoli, sussistendo un inganno a scapito del consumatore.
Montani, V., A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA? PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE AL VAGLIO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA. DANNO E RESPONSABILITÀ, <<DANNO E RESPONSABILITÀ>>, 2013; (Settembre): 829-837 [http://hdl.handle.net/10807/66892]
A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA? PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE AL VAGLIO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA. DANNO E RESPONSABILITÀ
Montani, Veronica
2013
Abstract
Intervenuta ad interpretare il punto 31 dell'allegato I della direttiva 2005/29/CE, concernente le pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori nel mercato interno, la Corte di Giustizia Europea rileva come i messaggi circa la vincita di premi per il cui ottenimento il vincitore debba sostenere un costo, ancorché minimo, violino il divieto di pratiche commerciali sleali. L’occasione offre, altresì, lo spunto per analizzare come la fattispecie in esame, recepita all’art. 26, lett. h) Cond. Cons., seppur formalmente sia ricompresa nell’elencazione delle pratiche commerciali in ogni caso aggressive, dovrebbe più correttamente essere ricondotta alla tipologia di pratiche ingannevoli, sussistendo un inganno a scapito del consumatore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.