Il Venture Capital (VC) si è affermato negli Stati Uniti come una delle principali modalità di finanziamento per le giovani imprese ad alta tecnologia. Tale strumento, infatti, non solo garantisce un cospicuo apporto di risorse finanziarie ad imprese che operano in contesti competitivi caratterizzati da elevata incertezza, bensì fornisce anche servizi a valore aggiunto quali competenze manageriali e reti di contatti con le business community e con altri potenziali finanziatori. La realtà europea presenta sfaccettature interessanti, in quanto il VC “tradizionale” – Sylicon valley style – rappresenta solo una parte degli investimenti di capitale di rischio in imprese high-tech. Ad eccezione del Regno Unito, dove i finanziatori VC hanno una struttura organizzativa e modalità di funzionamento che ricalcano il modello statunitense, in altri paesi europei ci sono altri attori che svolgono un ruolo significativo. In particolare, sono numerosi gli investimenti effettuati da imprese industriali, soggetti pubblici, quali università, centri di ricerca e finanziarie regionali, nonché da banche e altri intermediari finanziari. In questo contesto, il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, in collaborazione con altre otto università e istituti di ricerca europei, ha lanciato il progetto “VICO – Financing Entrepreneurial Ventures in Europe”, nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Comunità Europea, con l’obiettivo di studiare l’impatto delle diverse forme di VC sulle performance economiche delle giovani imprese ad alta tecnologia in Europa. A tal proposito, il progetto intende valutare come i diversi investitori (fondi indipendenti, aziende industriali, banche ed enti pubblici) possano attivamente aiutare tali imprese a ridurre il loro gap di risorse finanziare e competenze manageriali, che limitano il loro potenziale di crescita in un contesto dove l’innovazione gioca sempre di più un ruolo fondamentale. L’effetto del VC viene valutato, in particolare, in termini di tassi innovativi, occupazione, crescita e competitività, tenendo conto delle differenze istituzionali dei singoli paesi e delle caratteristiche settoriali. La costruzione di una base di dati originale sull’attività di VC in Europa rappresenta uno dei maggiori punti di forza del progetto. I dati raccolti riguardano 7 paesi: Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. In particolare, il database contiene informazioni su 8391 imprese, di cui 761 hanno ricevuto almeno un finanziamento di VC nel periodo compreso tra il 1994 e il 2004. Tali imprese operano in settori ad alta tecnologia, sia nei servizi che nel manifatturiero, come ad esempio Software, Internet, Telecomunicazioni, Farmaceutica, Biotecnologie, Aerospazio e Informatica. Per ogni impresa, sono disponibili dati di bilancio, informazioni sull’attività innovativa (brevetti) e sullo stato (attiva, liquidata, acquisita, inattiva o quotata). Inoltre, per le 761 imprese cha hanno ricevuto almeno un finanziamento di VC si conoscono l’identità degli investitori, l’ammontare e le quote di capitale di ogni transazione tra impresa ed investitore, nonché la data e la modalità di uscita dell’investitore stesso.

Colombo Massimo, G., Guerini, M., Murtinu, S., Il venture capital in Europa: quale ruolo per l’investitore pubblico, <<INNOVAZIONE. IMPIANTI E PRODUZIONE>>, 2010; (11): 16-18 [http://hdl.handle.net/10807/66590]

Il venture capital in Europa: quale ruolo per l’investitore pubblico

Murtinu, Samuele
2010

Abstract

Il Venture Capital (VC) si è affermato negli Stati Uniti come una delle principali modalità di finanziamento per le giovani imprese ad alta tecnologia. Tale strumento, infatti, non solo garantisce un cospicuo apporto di risorse finanziarie ad imprese che operano in contesti competitivi caratterizzati da elevata incertezza, bensì fornisce anche servizi a valore aggiunto quali competenze manageriali e reti di contatti con le business community e con altri potenziali finanziatori. La realtà europea presenta sfaccettature interessanti, in quanto il VC “tradizionale” – Sylicon valley style – rappresenta solo una parte degli investimenti di capitale di rischio in imprese high-tech. Ad eccezione del Regno Unito, dove i finanziatori VC hanno una struttura organizzativa e modalità di funzionamento che ricalcano il modello statunitense, in altri paesi europei ci sono altri attori che svolgono un ruolo significativo. In particolare, sono numerosi gli investimenti effettuati da imprese industriali, soggetti pubblici, quali università, centri di ricerca e finanziarie regionali, nonché da banche e altri intermediari finanziari. In questo contesto, il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, in collaborazione con altre otto università e istituti di ricerca europei, ha lanciato il progetto “VICO – Financing Entrepreneurial Ventures in Europe”, nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Comunità Europea, con l’obiettivo di studiare l’impatto delle diverse forme di VC sulle performance economiche delle giovani imprese ad alta tecnologia in Europa. A tal proposito, il progetto intende valutare come i diversi investitori (fondi indipendenti, aziende industriali, banche ed enti pubblici) possano attivamente aiutare tali imprese a ridurre il loro gap di risorse finanziare e competenze manageriali, che limitano il loro potenziale di crescita in un contesto dove l’innovazione gioca sempre di più un ruolo fondamentale. L’effetto del VC viene valutato, in particolare, in termini di tassi innovativi, occupazione, crescita e competitività, tenendo conto delle differenze istituzionali dei singoli paesi e delle caratteristiche settoriali. La costruzione di una base di dati originale sull’attività di VC in Europa rappresenta uno dei maggiori punti di forza del progetto. I dati raccolti riguardano 7 paesi: Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. In particolare, il database contiene informazioni su 8391 imprese, di cui 761 hanno ricevuto almeno un finanziamento di VC nel periodo compreso tra il 1994 e il 2004. Tali imprese operano in settori ad alta tecnologia, sia nei servizi che nel manifatturiero, come ad esempio Software, Internet, Telecomunicazioni, Farmaceutica, Biotecnologie, Aerospazio e Informatica. Per ogni impresa, sono disponibili dati di bilancio, informazioni sull’attività innovativa (brevetti) e sullo stato (attiva, liquidata, acquisita, inattiva o quotata). Inoltre, per le 761 imprese cha hanno ricevuto almeno un finanziamento di VC si conoscono l’identità degli investitori, l’ammontare e le quote di capitale di ogni transazione tra impresa ed investitore, nonché la data e la modalità di uscita dell’investitore stesso.
2010
Italiano
Colombo Massimo, G., Guerini, M., Murtinu, S., Il venture capital in Europa: quale ruolo per l’investitore pubblico, <<INNOVAZIONE. IMPIANTI E PRODUZIONE>>, 2010; (11): 16-18 [http://hdl.handle.net/10807/66590]
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