La recensione rileva come il titolo del libro, indubbiamente suggestivo nella formulazione, rappresenta soltanto una delle prospettive delineate dal ponderoso contributo: quella che – per dirla con la curatrice – guarda ad una musica «di second’ordine» diretta ai semplici, ai poveri, agli incolti. Una musica ‘minore’ che ha campo di imporsi in un quadro tanto ampio da estendersi ai mondi nuovi. In realtà il libro propone altri scenari che si iscrivono palesemente nell’ambito colto, ancorché lo spettro dei destinatari – almeno tendenzialmente – non risulti limitato da distinzioni di classe sociale. È fi n pleonastico osservare come i due versanti divergano sostanzialmente. Nel primo gli ideali apostolici e missionari votati alla persuasione e alla conversione dei cuori implicano un’assunzione eminentemente ‘utilitaristica’ della musica, nel secondo siffatta assunzione eteronoma pare scontare, nella prassi, un’inevitabile sovraesposizione estetica che la Chiesa, anche nell’ambito liturgico, non riesce a contenere.
Padoan, M., La musica dei semplici. L’altra Controriforma, recensione a "Nanni, Stefania (a cura di), La musica dei semplici. L’altra Controriforma Viella, Roma 2012", <<RIVISTA DI STORIA DELLA CHIESA IN ITALIA>>, 2014; (n. 1):202-206 [http://hdl.handle.net/10807/65738]
La musica dei semplici. L’altra Controriforma
Padoan, Maurizio
2014
Abstract
La recensione rileva come il titolo del libro, indubbiamente suggestivo nella formulazione, rappresenta soltanto una delle prospettive delineate dal ponderoso contributo: quella che – per dirla con la curatrice – guarda ad una musica «di second’ordine» diretta ai semplici, ai poveri, agli incolti. Una musica ‘minore’ che ha campo di imporsi in un quadro tanto ampio da estendersi ai mondi nuovi. In realtà il libro propone altri scenari che si iscrivono palesemente nell’ambito colto, ancorché lo spettro dei destinatari – almeno tendenzialmente – non risulti limitato da distinzioni di classe sociale. È fi n pleonastico osservare come i due versanti divergano sostanzialmente. Nel primo gli ideali apostolici e missionari votati alla persuasione e alla conversione dei cuori implicano un’assunzione eminentemente ‘utilitaristica’ della musica, nel secondo siffatta assunzione eteronoma pare scontare, nella prassi, un’inevitabile sovraesposizione estetica che la Chiesa, anche nell’ambito liturgico, non riesce a contenere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.