Le misure adottate dall’Unione Europea a partire dal 2010 per fronteggiare la crisi economico-finanziaria hanno ridisegnato il rapporto tra livelli di governo in ordine alla finanza pubblica, superando l’architettura ordinamentale che ha caratterizzato l’integrazione europea a partire dal trattato di Roma. Non si è, infatti, trattato di un “trasferimento di competenze”, nel senso di allocare l’esercizio della sovranità statale a livello sovranazionale, quanto piuttosto di un nuovo ordine giuridico che poggia sul primato dei parametri contabili elaborati in sede europea rispetto alle scelte di politica economico-finanziaria degli Stati e sulla sorveglianza ex ante delle politiche di bilancio in base ai parametri stessi. Tutto ciò, per altro, non ha mancato di incidere sull’identità delle sfere statuali, trasformando i sistemi costituzionali nazionali e finendo per coinvolgere anche i principi e i diritti sostanziali. Il contributo muovendo dalla ricostruzione degli interventi europei in materia di vincoli di bilancio e dal recepimento del Fiscal Compact a livello costituzionale, analizza le ripercussioni sulla tenuta dello Stato sociale e sul principio di sussidiarietà, con l’obiettivo di verificare se c’è ancora spazio per scelte politiche nazionali che possano condurre nell’Unione europea a considerare la dimensione sociale dell’economia, a valutare che la materia economica non è un campo di azione in sé conchiuso e autonomo, ma è strettamente legato alla materia sociale e ai diritti.
Caldirola, D., WELFARE STATE TRA SOVRANITÀ E VINCOLI DI BILANCIO: RICADUTE SUL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, <<FEDERALISMI.IT>>, 2014; 2014 (Novembre): 1-35 [https://hdl.handle.net/10807/65424]
WELFARE STATE TRA SOVRANITÀ E VINCOLI DI BILANCIO: RICADUTE SUL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
Caldirola, Debora
2014
Abstract
Le misure adottate dall’Unione Europea a partire dal 2010 per fronteggiare la crisi economico-finanziaria hanno ridisegnato il rapporto tra livelli di governo in ordine alla finanza pubblica, superando l’architettura ordinamentale che ha caratterizzato l’integrazione europea a partire dal trattato di Roma. Non si è, infatti, trattato di un “trasferimento di competenze”, nel senso di allocare l’esercizio della sovranità statale a livello sovranazionale, quanto piuttosto di un nuovo ordine giuridico che poggia sul primato dei parametri contabili elaborati in sede europea rispetto alle scelte di politica economico-finanziaria degli Stati e sulla sorveglianza ex ante delle politiche di bilancio in base ai parametri stessi. Tutto ciò, per altro, non ha mancato di incidere sull’identità delle sfere statuali, trasformando i sistemi costituzionali nazionali e finendo per coinvolgere anche i principi e i diritti sostanziali. Il contributo muovendo dalla ricostruzione degli interventi europei in materia di vincoli di bilancio e dal recepimento del Fiscal Compact a livello costituzionale, analizza le ripercussioni sulla tenuta dello Stato sociale e sul principio di sussidiarietà, con l’obiettivo di verificare se c’è ancora spazio per scelte politiche nazionali che possano condurre nell’Unione europea a considerare la dimensione sociale dell’economia, a valutare che la materia economica non è un campo di azione in sé conchiuso e autonomo, ma è strettamente legato alla materia sociale e ai diritti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.