Questo studio affronta il tema dell’opacità delle banche analizzando la frequenza dei crash (crolli dei prezzi azionari), che in base al modello di Jin e Myers (2006) sono associati a minore trasparenza informativa. Il nostro campione è costituito da 91.711 imprese-anno nel periodo 1982-2012 (l’orizzonte temporale più lungo tra gli studi in materia di opacità delle banche). Controllando per dimensione, grado di leva e redditività, le banche mostrano una minore frequenza dei crash rispetto alle altre imprese. L’evidenza empirica basata sui crash non supporta dunque l’idea che le banche siano più opache delle imprese non bancarie.
Iannotta, G. O., Navone, M., Crolli azionari e trasparenza bancaria: evidenze empiriche per gli Stati Uniti, <<BANCARIA>>, 2014; (n/a): 2-11 [http://hdl.handle.net/10807/64911]
Crolli azionari e trasparenza bancaria: evidenze empiriche per gli Stati Uniti
Iannotta, Giuliano Orlando;
2014
Abstract
Questo studio affronta il tema dell’opacità delle banche analizzando la frequenza dei crash (crolli dei prezzi azionari), che in base al modello di Jin e Myers (2006) sono associati a minore trasparenza informativa. Il nostro campione è costituito da 91.711 imprese-anno nel periodo 1982-2012 (l’orizzonte temporale più lungo tra gli studi in materia di opacità delle banche). Controllando per dimensione, grado di leva e redditività, le banche mostrano una minore frequenza dei crash rispetto alle altre imprese. L’evidenza empirica basata sui crash non supporta dunque l’idea che le banche siano più opache delle imprese non bancarie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.