INTRODUZIONE: Nel corso delle ultime decadi la patient-centredness è stata inclusa a livello internazionale tra le dimensioni della qualità dell’assistenza e il suo rafforzamento rappresenta una delle quattro aree prioritarie di azione nel policy framework per i sistemi sanitari europei “Health 2020”. Evidenze scientifiche mostrano che strutture sanitarie con un approccio all’assistenza centrato sul paziente erogano prestazioni migliori in termini di sicurezza ed efficacia con una concomitante riduzione dei costi di gestione. Diversi approcci sono stati implementati ad oggi per aumentare la centralità del paziente nel processo assistenziale e l’umanizzazione delle pratiche terapeutico-assistenziali, ma spesso in assenza di dati che ne dimostrino la reale efficacia in termini sia di performance clinico-assistenziale che di soddisfazione di pazienti ed operatori. Nell’ambito dell’ostetricia negli ultimi decenni si sta assistendo ad un aumento della medicalizzazione dell’esperienza nascita, il che fa sì che l’operatore sanitario si focalizzi esclusivamente su aspetti tecnici, invece di porre al centro il vissuto del paziente. Inoltre, l’utilizzo inappropriato di queste pratiche non ha prodotto miglioramenti negli esiti perinatali. Dalla necessità di intervenire sia sugli operatori sanitari al fine di sostenerli nella gestione della fisiologia legata al parto, che sulle partorienti, per tentare di ristabilire la percezione di possedere il know-how necessario, nasce il presente progetto di ricerca. In seguito ad una scelta aziendale di puntare sulla formazione degli operatori di una UOC di Ostetricia e Ginecologia alla metodologia del “Nouage Empatico a Risonanza Somatica” (metodologia che pone il suo razionale sull’assunto che ogni incontro procura nei soggetti coinvolti reazioni fisiche-cognitive-emotive), è stato avviato uno studio osservazionale per valutare se la metodologia nell’accompagnamento al parto spontaneo sia in grado di incidere sullo svolgimento dell’evento e sul carico emotivo delle pazienti e del personale. MATERIALI E METODI: Secondo uno schema di ricerca mixed method sono state confrontate le performance di due UOC di Ginecologia e Ostetricia della Regione Marche in seguito ad un corso di formazione della durata di 56 ore avvenuto in una delle due UOC. La seconda UOC è stata utilizzata come gruppo di controllo. La raccolta dati prospettica ha avuto inizio nel novembre 2013 e terminerà nel marzo 2015. Sono state arruolate pazienti nullipare e sono stati raccolti dati clinici (partogramma e cartella clinica), e durante il periodo di ricovero, sono stati sottoposti questionari tratti dalla letteratura internazionale ed interviste create ad hoc, sia alle partorienti che alle ostetriche, riguardo l’esperienza “travaglio-parto”. Inoltre, per rilevare eventuali differenze tra le UOC, precedenti all’introduzione dell’intervento, sarà predisposta una raccolta dati retrospettiva relativa al periodo 2011 e 2012 tramite consultazione di cartelle cliniche e interviste telefoniche. RISULTATI: Lo studio è stato approvato dal comitato etico dell’ Azienda Sanitaria Unica della Regione Marche e ad oggi è stata attivata la fase prospettica. Sono state arruolate finora 70 pazienti (35 per ciascuna UOC), con una età media di 30.2 (DS 4.9) anni e il 93.6% di nazionalità Italiana. Da un’analisi preliminare dei questionari somministrati alle partorienti gli score medi di soddisfazione non differiscono significativamente tra le due UOC indagate, mentre dal punto di vista clinico alcune differenze sono riscontrabili. In particolare l’UOC sperimentale presenta una durata mediana in ore di travaglio minore rispetto all’UOC di controllo. Lo stesso per il periodo espulsivo (Vedi Fig. 1 e 2). Differenze si rilevano anche nella durata media del secondamento 8.8 (DS 8.5)minuti vs 11.7 (DS 4.1) minuti e nella quantità media del sanguinamento 150 (DS 81) ml vs 292 (DS 195) ml, rispettivamente nell’UOC sperimentale e in quella di controllo. CONCLUSIONI: I risultati emersi dalle analisi preliminari sembrano supportare l’adozione dell’intervento. Tali evidenze risultano in linea con i risultati ottenuti in seguito all’applicazione della medesima metodologia in altri ambiti assistenziali quali riabilitazione e neonatologia e incoraggiano la diffusione di questo metodo al fine di rafforzare la relazione operatore sanitario – paziente. L’interesse della sanità pubblica per tale metodica trova spazio sia nella dimostrazione di efficacia di una tecnica patient centred riferibile a diversi gruppi di pazienti, sia nella possibilità di utilizzarne gli elementi principali per potenziare le soft skills utili anche nell’orientare relazioni con altri professionisti al fine di facilitare lo sviluppo di metodi e strumenti di clinical governance in contesti di assistenza ospedaliera o di comunità.

Silvestrini, G., Federico, B., Caporaletti, A. M., Zazzeroni, E., Canducci, E., Brunori, P., Cicoli, C., Blasi, S., Grossi, M., Spagnolo, A., Ricciardi, W., Damiani, G., Migliorare la performance investendo sulla relazione operatore sanitario paziente: valutazione dell’impatto della metodologia del “nouage empatico a risonanza somatica” nell’accompagnamento al travaglio e al parto spontaneo, Abstract de <<47° Congresso Nazionale SItI>>, (Riccione, 01-04 October 2014 ), s.n., s.l. 2014: 991-992 [http://hdl.handle.net/10807/63423]

Migliorare la performance investendo sulla relazione operatore sanitario paziente: valutazione dell’impatto della metodologia del “nouage empatico a risonanza somatica” nell’accompagnamento al travaglio e al parto spontaneo

Silvestrini, Giulia;Federico, Bruno;Ricciardi, Walter;Damiani, Gianfranco
2014

Abstract

INTRODUZIONE: Nel corso delle ultime decadi la patient-centredness è stata inclusa a livello internazionale tra le dimensioni della qualità dell’assistenza e il suo rafforzamento rappresenta una delle quattro aree prioritarie di azione nel policy framework per i sistemi sanitari europei “Health 2020”. Evidenze scientifiche mostrano che strutture sanitarie con un approccio all’assistenza centrato sul paziente erogano prestazioni migliori in termini di sicurezza ed efficacia con una concomitante riduzione dei costi di gestione. Diversi approcci sono stati implementati ad oggi per aumentare la centralità del paziente nel processo assistenziale e l’umanizzazione delle pratiche terapeutico-assistenziali, ma spesso in assenza di dati che ne dimostrino la reale efficacia in termini sia di performance clinico-assistenziale che di soddisfazione di pazienti ed operatori. Nell’ambito dell’ostetricia negli ultimi decenni si sta assistendo ad un aumento della medicalizzazione dell’esperienza nascita, il che fa sì che l’operatore sanitario si focalizzi esclusivamente su aspetti tecnici, invece di porre al centro il vissuto del paziente. Inoltre, l’utilizzo inappropriato di queste pratiche non ha prodotto miglioramenti negli esiti perinatali. Dalla necessità di intervenire sia sugli operatori sanitari al fine di sostenerli nella gestione della fisiologia legata al parto, che sulle partorienti, per tentare di ristabilire la percezione di possedere il know-how necessario, nasce il presente progetto di ricerca. In seguito ad una scelta aziendale di puntare sulla formazione degli operatori di una UOC di Ostetricia e Ginecologia alla metodologia del “Nouage Empatico a Risonanza Somatica” (metodologia che pone il suo razionale sull’assunto che ogni incontro procura nei soggetti coinvolti reazioni fisiche-cognitive-emotive), è stato avviato uno studio osservazionale per valutare se la metodologia nell’accompagnamento al parto spontaneo sia in grado di incidere sullo svolgimento dell’evento e sul carico emotivo delle pazienti e del personale. MATERIALI E METODI: Secondo uno schema di ricerca mixed method sono state confrontate le performance di due UOC di Ginecologia e Ostetricia della Regione Marche in seguito ad un corso di formazione della durata di 56 ore avvenuto in una delle due UOC. La seconda UOC è stata utilizzata come gruppo di controllo. La raccolta dati prospettica ha avuto inizio nel novembre 2013 e terminerà nel marzo 2015. Sono state arruolate pazienti nullipare e sono stati raccolti dati clinici (partogramma e cartella clinica), e durante il periodo di ricovero, sono stati sottoposti questionari tratti dalla letteratura internazionale ed interviste create ad hoc, sia alle partorienti che alle ostetriche, riguardo l’esperienza “travaglio-parto”. Inoltre, per rilevare eventuali differenze tra le UOC, precedenti all’introduzione dell’intervento, sarà predisposta una raccolta dati retrospettiva relativa al periodo 2011 e 2012 tramite consultazione di cartelle cliniche e interviste telefoniche. RISULTATI: Lo studio è stato approvato dal comitato etico dell’ Azienda Sanitaria Unica della Regione Marche e ad oggi è stata attivata la fase prospettica. Sono state arruolate finora 70 pazienti (35 per ciascuna UOC), con una età media di 30.2 (DS 4.9) anni e il 93.6% di nazionalità Italiana. Da un’analisi preliminare dei questionari somministrati alle partorienti gli score medi di soddisfazione non differiscono significativamente tra le due UOC indagate, mentre dal punto di vista clinico alcune differenze sono riscontrabili. In particolare l’UOC sperimentale presenta una durata mediana in ore di travaglio minore rispetto all’UOC di controllo. Lo stesso per il periodo espulsivo (Vedi Fig. 1 e 2). Differenze si rilevano anche nella durata media del secondamento 8.8 (DS 8.5)minuti vs 11.7 (DS 4.1) minuti e nella quantità media del sanguinamento 150 (DS 81) ml vs 292 (DS 195) ml, rispettivamente nell’UOC sperimentale e in quella di controllo. CONCLUSIONI: I risultati emersi dalle analisi preliminari sembrano supportare l’adozione dell’intervento. Tali evidenze risultano in linea con i risultati ottenuti in seguito all’applicazione della medesima metodologia in altri ambiti assistenziali quali riabilitazione e neonatologia e incoraggiano la diffusione di questo metodo al fine di rafforzare la relazione operatore sanitario – paziente. L’interesse della sanità pubblica per tale metodica trova spazio sia nella dimostrazione di efficacia di una tecnica patient centred riferibile a diversi gruppi di pazienti, sia nella possibilità di utilizzarne gli elementi principali per potenziare le soft skills utili anche nell’orientare relazioni con altri professionisti al fine di facilitare lo sviluppo di metodi e strumenti di clinical governance in contesti di assistenza ospedaliera o di comunità.
2014
Italiano
ATTI del 47° Congresso Nazionale SItI - Poster
47° Congresso Nazionale SItI
Riccione
1-ott-2014
4-ott-2014
N/A
Silvestrini, G., Federico, B., Caporaletti, A. M., Zazzeroni, E., Canducci, E., Brunori, P., Cicoli, C., Blasi, S., Grossi, M., Spagnolo, A., Ricciardi, W., Damiani, G., Migliorare la performance investendo sulla relazione operatore sanitario paziente: valutazione dell’impatto della metodologia del “nouage empatico a risonanza somatica” nell’accompagnamento al travaglio e al parto spontaneo, Abstract de <<47° Congresso Nazionale SItI>>, (Riccione, 01-04 October 2014 ), s.n., s.l. 2014: 991-992 [http://hdl.handle.net/10807/63423]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/63423
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact