Il contributo esamina alcuni degli aspetti di maggiore rilievo della nuova direttiva europea sulle concessioni, con particolare riferimento a quelle di servizi. Il punto di vista privilegiato è quello della regolazione dei mercati e in questo contesto sono trattati in modo specifico due profili. Il primo è quello in ordine all’autonomia della pubblica amministrazione quanto all’individuazione e all’organizzazione dei servizi, anche quelli di interesse generale di carattere economico. L’espressione più significativa di tale autonomia è rappresentata dalla possibilità di scelta dell’amministrazione tra autoproduzione (o autoprestazione) e affidamento a terzi dei servizi, che si pone a monte di ogni aspetto regolatorio della nuova disciplina sulle concessioni e che comporta la necessità di delimitare il campo di operatività delle regole sulla concorrenza dell’Unione europea. Il secondo è quello in ordine alla distinzione tra concessione e appalto, che presenta, in particolare nella individuazione dei caratteri essenziali della concessione, elementi di discontinuità rispetto alla lettura tradizionale di questo istituto. Ciò comporta la necessità di ridefinire la linea di demarcazione tra l’appalto e la concessione e dunque, in definitiva, il confine delle rispettive discipline che l’amministrazione è tenuta ad applicare. Nelle conclusioni si pone l'accento sul fatto che la direttiva imporrà alcune modifiche importanti nella disciplina sui contratti pubblici e sulla necessità di un ripensamento dell’approccio del legislatore e dell’interprete rispetto ad alcuni grandi temi.

D'Angelo, G., Riflessioni a margine della direttiva 2014/23/UE, <<RIVISTA DELLA REGOLAZIONE DEI MERCATI>>, 2014; (2): 225-246 [http://hdl.handle.net/10807/63416]

Riflessioni a margine della direttiva 2014/23/UE

D'Angelo, Giovanni
2014

Abstract

Il contributo esamina alcuni degli aspetti di maggiore rilievo della nuova direttiva europea sulle concessioni, con particolare riferimento a quelle di servizi. Il punto di vista privilegiato è quello della regolazione dei mercati e in questo contesto sono trattati in modo specifico due profili. Il primo è quello in ordine all’autonomia della pubblica amministrazione quanto all’individuazione e all’organizzazione dei servizi, anche quelli di interesse generale di carattere economico. L’espressione più significativa di tale autonomia è rappresentata dalla possibilità di scelta dell’amministrazione tra autoproduzione (o autoprestazione) e affidamento a terzi dei servizi, che si pone a monte di ogni aspetto regolatorio della nuova disciplina sulle concessioni e che comporta la necessità di delimitare il campo di operatività delle regole sulla concorrenza dell’Unione europea. Il secondo è quello in ordine alla distinzione tra concessione e appalto, che presenta, in particolare nella individuazione dei caratteri essenziali della concessione, elementi di discontinuità rispetto alla lettura tradizionale di questo istituto. Ciò comporta la necessità di ridefinire la linea di demarcazione tra l’appalto e la concessione e dunque, in definitiva, il confine delle rispettive discipline che l’amministrazione è tenuta ad applicare. Nelle conclusioni si pone l'accento sul fatto che la direttiva imporrà alcune modifiche importanti nella disciplina sui contratti pubblici e sulla necessità di un ripensamento dell’approccio del legislatore e dell’interprete rispetto ad alcuni grandi temi.
2014
Italiano
D'Angelo, G., Riflessioni a margine della direttiva 2014/23/UE, <<RIVISTA DELLA REGOLAZIONE DEI MERCATI>>, 2014; (2): 225-246 [http://hdl.handle.net/10807/63416]
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