Introduzione: La percezione del contrasto è uno degli aspetti primari della percezione visiva e, nell’uomo, è stata solitamente studiata con un approccio di tipo psicofisico. Nel presente lavoro abbiamo registrato l’attività elettroencefalografica in soggetti sani durante un compito di detezione e discriminazione in cui veniva presentato uno stimolo gabor a diversi livelli di contrasto. Metodo: In questo studio hanno partecipato 6 soggetti. Lo stimolo presentato variava, con incremento esponenziale, tra 6 diversi livelli di contrasto, il più basso dei quali corrispondeva al livello di soglia psicofisica, calcolata individualmente per ogni soggetto. Le analisi si sono focalizzate sia sulle risposte comportamentali (accuratezza e tempi di reazione), che sugli indici elettrofisiologici evocati dallo stimolo, come i potenziali evento relati (P100, N2pc) e l’attività oscillatoria cerebrale. Risultati: I risultati hanno messo in evidenza come sia gli indici comportamentali che gli indici elettrofisiologici incrementavano seguendo un trend non lineare rispetto alla modulazione del contrasto, che aumentava in maniera esponenziale tra le diverse condizioni sperimentali. Mentre l’ampiezza della componente visiva precoce P100 si modulava in base alle caratteristiche fisiche dello stimolo, la componente più tardiva N2pc variava con un andamento simile alla performance del soggetto, apparendo predittiva del comportamento. L’analisi delle frequenze ha inoltre evidenziato un incremento in potenza, in relazione alla variazione del contrasto, in specifiche bande di frequenza come theta (4-7Hz) e alpha (8-14Hz), mentre non è stata osservata alcuna modulazione delle frequenze alte. Conclusioni: I dati di questo studio dimostrano come l’attività corticale registrata dalle aree visive possa considerarsi maggiormente legata agli aspetti percettivi del soggetto piuttosto che alle caratteristiche fisiche dello stimolo.
Mauri, P., Ruzzoli, M., Miniussi, C., Brignani, D., CORRELATI ELETTROFISIOLOGICI DELLA PERCEZIONE DEL CONTRASTO, Poster, in CONGRESSO NAZIONALE DELLE SEZIONI DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DI PSICOLOGIA, (Chieti, 20-23 September 2012), MASSIMO GRIECO, Chieti 2012: 154-154 [http://hdl.handle.net/10807/62229]
CORRELATI ELETTROFISIOLOGICI DELLA PERCEZIONE DEL CONTRASTO
Mauri, Piercarlo;Brignani, Debora
2012
Abstract
Introduzione: La percezione del contrasto è uno degli aspetti primari della percezione visiva e, nell’uomo, è stata solitamente studiata con un approccio di tipo psicofisico. Nel presente lavoro abbiamo registrato l’attività elettroencefalografica in soggetti sani durante un compito di detezione e discriminazione in cui veniva presentato uno stimolo gabor a diversi livelli di contrasto. Metodo: In questo studio hanno partecipato 6 soggetti. Lo stimolo presentato variava, con incremento esponenziale, tra 6 diversi livelli di contrasto, il più basso dei quali corrispondeva al livello di soglia psicofisica, calcolata individualmente per ogni soggetto. Le analisi si sono focalizzate sia sulle risposte comportamentali (accuratezza e tempi di reazione), che sugli indici elettrofisiologici evocati dallo stimolo, come i potenziali evento relati (P100, N2pc) e l’attività oscillatoria cerebrale. Risultati: I risultati hanno messo in evidenza come sia gli indici comportamentali che gli indici elettrofisiologici incrementavano seguendo un trend non lineare rispetto alla modulazione del contrasto, che aumentava in maniera esponenziale tra le diverse condizioni sperimentali. Mentre l’ampiezza della componente visiva precoce P100 si modulava in base alle caratteristiche fisiche dello stimolo, la componente più tardiva N2pc variava con un andamento simile alla performance del soggetto, apparendo predittiva del comportamento. L’analisi delle frequenze ha inoltre evidenziato un incremento in potenza, in relazione alla variazione del contrasto, in specifiche bande di frequenza come theta (4-7Hz) e alpha (8-14Hz), mentre non è stata osservata alcuna modulazione delle frequenze alte. Conclusioni: I dati di questo studio dimostrano come l’attività corticale registrata dalle aree visive possa considerarsi maggiormente legata agli aspetti percettivi del soggetto piuttosto che alle caratteristiche fisiche dello stimolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.