Le relazioni della coppia vescovi/monasteri da sempre sono state connotate da criticità. Nel IV/V secolo crebbe la tendenza all’intromissione vescovile nel mondo cenobitico specialmente in territorio franco, mentre in ambiente italico la debolezza del ceto episcopale si riflette nella quasi totale assenza di riferimenti ai vescovi nella regola di Benedetto e nella precoce esenzione concessa a Bobbio. L’avvento dei Pipinidi nel regno franco portò ad assecondare l’ambiente monastico, tuttavia nella piena età carolingia l’iniziativa vescovile fu determinante nel favorire processi di riforma che ne rafforzarono la capacità di controllo sui monasteri, la quale crebbe nelle regioni occidentali dell’impero in parallelo all’indebolimento del potere regio, portando al riacutizzarsi della concorrenza tra vescovi e monasteri che aprì spazi alle interferenze papali. Nel settore orientale e italico il più saldo potere regio scelse invece di appoggiare l’autorità episcopale, la quale qui divenne essa stessa promotrice di vasti interventi di riforma delle istituzioni monastiche.

Lucioni, A., Il rapporto dei vescovi con i monasteri, e le interferenze romane, in Chiese locali e Chiese regionali nell’Alto Medioevo, (Spoleto, 04-09 April 2013), Centro italiano di studi sull’alto medioevo, Spoleto 2014:<<SETTIMANE DI STUDIO DELLA FONDAZIONE CENTRO ITALIANO DI STUDI SULL’ALTO MEDIOEVO>>, 493-534 [http://hdl.handle.net/10807/61890]

Il rapporto dei vescovi con i monasteri, e le interferenze romane

Lucioni, Alfredo
2014

Abstract

Le relazioni della coppia vescovi/monasteri da sempre sono state connotate da criticità. Nel IV/V secolo crebbe la tendenza all’intromissione vescovile nel mondo cenobitico specialmente in territorio franco, mentre in ambiente italico la debolezza del ceto episcopale si riflette nella quasi totale assenza di riferimenti ai vescovi nella regola di Benedetto e nella precoce esenzione concessa a Bobbio. L’avvento dei Pipinidi nel regno franco portò ad assecondare l’ambiente monastico, tuttavia nella piena età carolingia l’iniziativa vescovile fu determinante nel favorire processi di riforma che ne rafforzarono la capacità di controllo sui monasteri, la quale crebbe nelle regioni occidentali dell’impero in parallelo all’indebolimento del potere regio, portando al riacutizzarsi della concorrenza tra vescovi e monasteri che aprì spazi alle interferenze papali. Nel settore orientale e italico il più saldo potere regio scelse invece di appoggiare l’autorità episcopale, la quale qui divenne essa stessa promotrice di vasti interventi di riforma delle istituzioni monastiche.
2014
Italiano
Chiese locali e Chiese regionali nell’Alto Medioevo
Settimana di studio della Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo
Spoleto
4-apr-2013
9-apr-2013
9788868090463
Lucioni, A., Il rapporto dei vescovi con i monasteri, e le interferenze romane, in Chiese locali e Chiese regionali nell’Alto Medioevo, (Spoleto, 04-09 April 2013), Centro italiano di studi sull’alto medioevo, Spoleto 2014:<<SETTIMANE DI STUDIO DELLA FONDAZIONE CENTRO ITALIANO DI STUDI SULL’ALTO MEDIOEVO>>, 493-534 [http://hdl.handle.net/10807/61890]
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