Un vasto corpo di ricerche ha messo in luce che buona parte dei nostri comportamenti dipende dal modo in cui ci rappresentiamo la realtà, in particolare dai modelli mentali che elaboriamo rispetto ad essa. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa aspetti del mondo in cui vivono. Un modello mentale è un’organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra loro altamente coesi, un’interpretazione a suo modo coerente della realtà cui facciamo riferimento per comprendere la realtà e per compiere anticipazioni, avanzare ipotesi, risolvere problemi, prendere decisioni. In genere un modello mentale riesce a “salvare i fenomeni”, ossia ci porta a concepire i fenomeni in un modo che si accorda con le nostre esperienze, con i dati di cui disponiamo e anche con i presupposti che usualmente condividiamo. Ciò spiega perché le persone sono in genere riluttanti a rinunciare ai propri modelli mentali in favore di altri. Si può ritenere che anche rispetto alla donazione di organi le scelte degli individui siano orientate dal loro modello mentale. Le persone cioè potrebbero essere indotte ad astenersi dal sottoscrivere l’adesione alla proposta di permettere l’espianto di propri organi dopo la morte perché hanno una concezione del proprio corpo, della morte biologica e dell’espianto di organi che induce a percepire la privazione di uno o più organi come una “violenza” alla propria identità. Diventa allora importante cercare di comprendere qual è il modello mentale del processo in questione che le persone elaborano, al fine di mirare meglio la comunicazione (sia attraverso i mass media che il rapporto personale diretto) per aiutarle a mutare le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento rispetto alla donazione di organi.
Andolfi, V. R., Antonietti, A., La donazione di organi: qual è il modello mentale sotteso?, in Aa.Vv, A., L'importanza del dono, Fondazione Pubblicità Progresso, Milano 2014 <<Collana Comunicazione Sociale>>,: 1-75 [http://hdl.handle.net/10807/60392]
La donazione di organi: qual è il modello mentale sotteso?
Andolfi, Valentina Rita;Antonietti, Alessandro
2014
Abstract
Un vasto corpo di ricerche ha messo in luce che buona parte dei nostri comportamenti dipende dal modo in cui ci rappresentiamo la realtà, in particolare dai modelli mentali che elaboriamo rispetto ad essa. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa aspetti del mondo in cui vivono. Un modello mentale è un’organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra loro altamente coesi, un’interpretazione a suo modo coerente della realtà cui facciamo riferimento per comprendere la realtà e per compiere anticipazioni, avanzare ipotesi, risolvere problemi, prendere decisioni. In genere un modello mentale riesce a “salvare i fenomeni”, ossia ci porta a concepire i fenomeni in un modo che si accorda con le nostre esperienze, con i dati di cui disponiamo e anche con i presupposti che usualmente condividiamo. Ciò spiega perché le persone sono in genere riluttanti a rinunciare ai propri modelli mentali in favore di altri. Si può ritenere che anche rispetto alla donazione di organi le scelte degli individui siano orientate dal loro modello mentale. Le persone cioè potrebbero essere indotte ad astenersi dal sottoscrivere l’adesione alla proposta di permettere l’espianto di propri organi dopo la morte perché hanno una concezione del proprio corpo, della morte biologica e dell’espianto di organi che induce a percepire la privazione di uno o più organi come una “violenza” alla propria identità. Diventa allora importante cercare di comprendere qual è il modello mentale del processo in questione che le persone elaborano, al fine di mirare meglio la comunicazione (sia attraverso i mass media che il rapporto personale diretto) per aiutarle a mutare le proprie convinzioni e il proprio atteggiamento rispetto alla donazione di organi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.