In questo articolo si intende presentare un progetto in corso che ha lo scopo di indagare le tecniche di fabbricazione delle tessere a foglia d’oro di età tardo antica, la cui problematicità è nota in letteratura. Viene innanzitutto affrontato uno studio comparato delle procedure tecniche presentate da ricettari medievali e rinascimentali e ricostruibili dai bordi di piastra allo scopo di riconoscere nei reperti le tracce materiali del processo seguito. In secondo luogo vengono determinati i materiali impiegati attraverso analisi archeometriche di tessere proveniente da diversi siti (Aquileia, Milano, Roma, Ravenna, Monte Nebo). Dalle analisi risulta che le foglie d’oro hanno un titolo di fino comparabile solo a quello delle monete auree. Questo permette di ipotizzare che la produzione fosse legata alla zecca aurea. L’ipotesi è confermata da indicazioni presenti nei ricettari e dalle dinamiche relative alla circolazione dell’oro in età tardo antica. Le analisi del vetro di supporto e della cartellina permettono di comprendere relazioni commerciali, individuando possibili provenienze dei vetri primari (in base ai gruppi noti in letteratura) e tecniche di decolorazione. Ci si interroga infine sulla scelta di tessere diverse, in vetro trasparente incolore e di tonalità giallo-verde, all’interno di uno stesso cantiere.
Neri, E., Verita', M., Produrre tessere d’oro: bordi di piastra, ricettari, analisi archeometriche, in XVIII Colloquio AISCOM, (Cremona, 14-17 March 2012), Scripta Manent, Tivoli 2013: 491-505 [http://hdl.handle.net/10807/56368]
Produrre tessere d’oro: bordi di piastra, ricettari, analisi archeometriche
Neri, Elisabetta;Verita', Marco
2013
Abstract
In questo articolo si intende presentare un progetto in corso che ha lo scopo di indagare le tecniche di fabbricazione delle tessere a foglia d’oro di età tardo antica, la cui problematicità è nota in letteratura. Viene innanzitutto affrontato uno studio comparato delle procedure tecniche presentate da ricettari medievali e rinascimentali e ricostruibili dai bordi di piastra allo scopo di riconoscere nei reperti le tracce materiali del processo seguito. In secondo luogo vengono determinati i materiali impiegati attraverso analisi archeometriche di tessere proveniente da diversi siti (Aquileia, Milano, Roma, Ravenna, Monte Nebo). Dalle analisi risulta che le foglie d’oro hanno un titolo di fino comparabile solo a quello delle monete auree. Questo permette di ipotizzare che la produzione fosse legata alla zecca aurea. L’ipotesi è confermata da indicazioni presenti nei ricettari e dalle dinamiche relative alla circolazione dell’oro in età tardo antica. Le analisi del vetro di supporto e della cartellina permettono di comprendere relazioni commerciali, individuando possibili provenienze dei vetri primari (in base ai gruppi noti in letteratura) e tecniche di decolorazione. Ci si interroga infine sulla scelta di tessere diverse, in vetro trasparente incolore e di tonalità giallo-verde, all’interno di uno stesso cantiere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.