Gli interferenti endocrini (IE) od Endocrine Disruptors sono composti ubiquitari, naturali o artificiali, in grado di alterare l'omeostasi fisiologica ormonale e rappresentano un tema ambientale controverso per la salute pubblica. Il presente studio mostra le conclusioni derivanti da una revisione sistematica della letteratura sul rapporto tra IE e disfunzioni/malattie della tiroide. La ricerca si è basata su una revisione completa delle pubblicazioni presenti su PubMed e parziale di quelle su Cochrane ed Embase Library, includendo tutte le pubblicazioni in inglese, italiano e spagnolo sull'argomento; sono stati esclusi gli studi non condotti sull'uomo. Due revisori hanno condotto la ricerca in modo indipendente, nel febbraio 2012 e integrata nel febbraio 2013; alla fine del processo di revisione sono stati selezionati 98 studi primari e 61 revisioni (su 1581 articoli e 239 revisioni inizialmente trovati). Delle 61 review selezionate, sono state riassunte nel presente lavoro le 5 più recenti (pubblicate nel periodo 2008-2010) che avevano già incluso e revisionato 78 dei 98 articoli ottenuti attraverso l'attività di ricerca sistematica. Sono, dunque, stati analizzati i 20 articoli rimanenti per aggiornare quanto già presente in letteratura. Il nostro studio evidenzia una relazione tra l'esposizione a IE e l'alterazione di FT3, FT4 e TSH, soprattutto per i policlorobifenili, i polibromodifenileteri, il perclorato e le diossine o composti diossino-simili. Tuttavia nessuno studio mostra una relazione significativa con alcuna espressione patologica e clinica delle malattie della tiroide, soprattutto a causa dei diversi fattori ambientali e genetici e dei fattori di confondimento presenti negli studi osservazionali. Condizioni particolari di rischio sono rappresentate dagli stati di gravidanza e allattamento, per l'importanza che gli ormoni tiroidei rivestono nel neurosviluppo fetale. Nonostante gli autori concordino sul fatto che tutti gli studi necessitino di ulteriori ricerche su questo argomento per risolvere il rapporto tra IE e malattie della tiroide, la maggior parte di essi esprime preoccupazione per i potenziali effetti sulla salute, consigliando un approccio precauzionale e integrato, basato su attività di prevenzione primaria, attraverso campagne di screening, educazione sanitaria e sulla riduzione o l'eliminazione di queste sostanze, in cooperazione con gli enti regolatori della normativa internazionale, come suggerito nel Convegno di Stoccolma. I risultati del presente studio suggeriscono la necessità e gli elementi per una collaborazione stringente tra ricerca medica, prevenzione e legislazione internazionale, con l'obiettivo di creare un nuovo e più completo approccio alle malattie che hanno come concausa fattori ambientali complessi. In questi casi, infatti, appare necessario affiancare la più aggiornata evidenza scientifica con un impegno nazionale e sovranazionale per la riduzione all'origine dei composti pericolosi, così da realizzare un efficace intervento di prevenzione integrata.

La Milia, D. I., Poscia, A., Pianalto, M., Corsello, S. M., Paragliola, R. M., Ricciardi, G., Moscato, U., Interferenti endocrini e tiroide: è tempo di una prevenzione integrata per ridurre i fattori di rischio ambientali, Abstract de <<46° Congresso Nazionale SItI>>, (Taormina, 17-20 October 2013 ), S.N., S.L. 2013: N/A-N/A [http://hdl.handle.net/10807/53019]

Interferenti endocrini e tiroide: è tempo di una prevenzione integrata per ridurre i fattori di rischio ambientali

La Milia, Daniele Ignazio;Poscia, Andrea;Corsello, Salvatore Maria;Paragliola, Rosa Maria;Ricciardi, Gualtiero;Moscato, Umberto
2013

Abstract

Gli interferenti endocrini (IE) od Endocrine Disruptors sono composti ubiquitari, naturali o artificiali, in grado di alterare l'omeostasi fisiologica ormonale e rappresentano un tema ambientale controverso per la salute pubblica. Il presente studio mostra le conclusioni derivanti da una revisione sistematica della letteratura sul rapporto tra IE e disfunzioni/malattie della tiroide. La ricerca si è basata su una revisione completa delle pubblicazioni presenti su PubMed e parziale di quelle su Cochrane ed Embase Library, includendo tutte le pubblicazioni in inglese, italiano e spagnolo sull'argomento; sono stati esclusi gli studi non condotti sull'uomo. Due revisori hanno condotto la ricerca in modo indipendente, nel febbraio 2012 e integrata nel febbraio 2013; alla fine del processo di revisione sono stati selezionati 98 studi primari e 61 revisioni (su 1581 articoli e 239 revisioni inizialmente trovati). Delle 61 review selezionate, sono state riassunte nel presente lavoro le 5 più recenti (pubblicate nel periodo 2008-2010) che avevano già incluso e revisionato 78 dei 98 articoli ottenuti attraverso l'attività di ricerca sistematica. Sono, dunque, stati analizzati i 20 articoli rimanenti per aggiornare quanto già presente in letteratura. Il nostro studio evidenzia una relazione tra l'esposizione a IE e l'alterazione di FT3, FT4 e TSH, soprattutto per i policlorobifenili, i polibromodifenileteri, il perclorato e le diossine o composti diossino-simili. Tuttavia nessuno studio mostra una relazione significativa con alcuna espressione patologica e clinica delle malattie della tiroide, soprattutto a causa dei diversi fattori ambientali e genetici e dei fattori di confondimento presenti negli studi osservazionali. Condizioni particolari di rischio sono rappresentate dagli stati di gravidanza e allattamento, per l'importanza che gli ormoni tiroidei rivestono nel neurosviluppo fetale. Nonostante gli autori concordino sul fatto che tutti gli studi necessitino di ulteriori ricerche su questo argomento per risolvere il rapporto tra IE e malattie della tiroide, la maggior parte di essi esprime preoccupazione per i potenziali effetti sulla salute, consigliando un approccio precauzionale e integrato, basato su attività di prevenzione primaria, attraverso campagne di screening, educazione sanitaria e sulla riduzione o l'eliminazione di queste sostanze, in cooperazione con gli enti regolatori della normativa internazionale, come suggerito nel Convegno di Stoccolma. I risultati del presente studio suggeriscono la necessità e gli elementi per una collaborazione stringente tra ricerca medica, prevenzione e legislazione internazionale, con l'obiettivo di creare un nuovo e più completo approccio alle malattie che hanno come concausa fattori ambientali complessi. In questi casi, infatti, appare necessario affiancare la più aggiornata evidenza scientifica con un impegno nazionale e sovranazionale per la riduzione all'origine dei composti pericolosi, così da realizzare un efficace intervento di prevenzione integrata.
2013
Italiano
Atti del 46° Congresso Nazionale SItI
46° Congresso Nazionale SItI
Taormina
17-ott-2013
20-ott-2013
N/A
La Milia, D. I., Poscia, A., Pianalto, M., Corsello, S. M., Paragliola, R. M., Ricciardi, G., Moscato, U., Interferenti endocrini e tiroide: è tempo di una prevenzione integrata per ridurre i fattori di rischio ambientali, Abstract de <<46° Congresso Nazionale SItI>>, (Taormina, 17-20 October 2013 ), S.N., S.L. 2013: N/A-N/A [http://hdl.handle.net/10807/53019]
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