Da una prima analisi della letteratura aziendale e sociologica si evidenzia come le misure di conciliazione vengano considerate delle iniziative win-win, capaci di generare benefici superiori ai costi, sia per l’azienda sia per gli stakeholders. Ciononostante, dal lato dell’impresa, le considerazioni da effettuare sono più articolate, sia nell’individuazione dei costi connessi alla realizzazione di una politica di conciliazione, sia nella valutazione dei benefici conseguiti, la cui determinazione puntuale risulta spesso difficile. Il problema, tuttavia, non si situa solo alla fine del percorso valutativo, ma all’origine, ovvero nella mancanza di una cultura valutativa che possa tracciare un quadro preciso del contesto aziendale e, quindi, misurare l’impatto degli interventi realizzati; un ulteriore elemento di problematicità è inoltre ravvisabile in un punto strategico del processo aziendale, ovvero l’incontro tra i bisogni di conciliazione dei dipendenti e le modalità concretamente designate dall’azienda per far fronte ai suddetti bisogni. In tale framework, il presente paper intende approfondire un punto nodale della progettazione ed implementazione di misure di conciliazione: i bisogni di conciliazione dei lavoratori ed il giudizio dato dagli stessi circa le misure aziendali di conciliazione; a tal scopo vengono pertanto presentate alcune evidenze empiriche di una recente indagine nazionale realizzata, con metodologia quanto-qualitativa, dall’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia.
Mazzucchelli, S., L’analisi dei bisogni (e risorse) di conciliazione in azienda: elemento chiave per la realizzazione di buone pratiche, <<SVILUPPO & ORGANIZZAZIONE>>, 2013; (Agosto): 40-51 [http://hdl.handle.net/10807/52968]
L’analisi dei bisogni (e risorse) di conciliazione in azienda: elemento chiave per la realizzazione di buone pratiche
Mazzucchelli, Sara
2013
Abstract
Da una prima analisi della letteratura aziendale e sociologica si evidenzia come le misure di conciliazione vengano considerate delle iniziative win-win, capaci di generare benefici superiori ai costi, sia per l’azienda sia per gli stakeholders. Ciononostante, dal lato dell’impresa, le considerazioni da effettuare sono più articolate, sia nell’individuazione dei costi connessi alla realizzazione di una politica di conciliazione, sia nella valutazione dei benefici conseguiti, la cui determinazione puntuale risulta spesso difficile. Il problema, tuttavia, non si situa solo alla fine del percorso valutativo, ma all’origine, ovvero nella mancanza di una cultura valutativa che possa tracciare un quadro preciso del contesto aziendale e, quindi, misurare l’impatto degli interventi realizzati; un ulteriore elemento di problematicità è inoltre ravvisabile in un punto strategico del processo aziendale, ovvero l’incontro tra i bisogni di conciliazione dei dipendenti e le modalità concretamente designate dall’azienda per far fronte ai suddetti bisogni. In tale framework, il presente paper intende approfondire un punto nodale della progettazione ed implementazione di misure di conciliazione: i bisogni di conciliazione dei lavoratori ed il giudizio dato dagli stessi circa le misure aziendali di conciliazione; a tal scopo vengono pertanto presentate alcune evidenze empiriche di una recente indagine nazionale realizzata, con metodologia quanto-qualitativa, dall’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.